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Spotify, com’è nata la più grande piattaforma in streaming?

Il nostro modo di concepire -e percepire- la musica è cambiato radicalmente. Non oggi, non ieri, ma qualche anno fa. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione digitale e, con l’avvento di alcune piattaforme in streaming come Spotify, YouTube, Deezer, Apple Music etc etc, il nostro modo di ascoltare musica è cambiato profondamente. Queste piattaforme hanno sicuramente facilitato l’ascolto da parte del consumatore ma, dall’altro lato, hanno messo i bastoni tra le ruote a non pochi artisti. Queste piattaforme in streaming -volte al cosiddetto “all can you ear“- hanno rivoluzionato completamente il concetto di musica e, oggi come oggi, per i calcoli relativi agli album venduti di un determinata band si prendono in considerazione anche e soprattutto i download digitali e i singoli streaming. Esiste infatti una nuova unità di misura per decifrare le vendite degli album: “album equivalent unit” (unità equivalenti ad album).

Com’è cambiato il nostro modo di concepire la musica con la nascita e la diffusione delle piattaforme in streaming

Come vedete non è cambiato solo il nostro modo di percepire la musica. Anche l’industria musicale, infatti, ha dovuto adattarsi a queste nuove tipologie di ascolto. Le vendite degli album, come dicevamo, si calcolano -già dal 2010– in “album equivalent unit“, prendendo in considerazione anche i download digitali e i singoli streaming. Oggi vorremmo analizzare in particolar modo una delle piattaforme in streaming di maggior successo: Spotify.

Lanciato sul mercato nel 2008 -dalla startup svedese Spotify ABSpotify offre un servizio più unico che raro: un’intera selezione di brani di varie etichette discografiche (anche indipendenti) a portata di click. Fondato da Daniel EK e Martin Lorentzon, questo speciale servizio musicale -con sede a Londra– è disponibile sia nella versione a pagamento che in quella gratuita e, oggi come oggi, è scaricabile quasi in tutto il globo.

Spotify, com’è nata la più grande piattaforma in streaming?

Ciò che stupisce davvero di Spotify è la facilità e la velocità di ricerca. La musica può essere visualizzata per album, per artista, in base all’etichetta discografica o tramite playlist e, in alcune sezioni, è anche disponibile acquistare materiale tramite venditori di terze parti.

Come dicevamo, però, questi servizi hanno favorito gli ascoltatori, colpendo però una buona fetta di artisti. I più colpiti sono stati forse gli artisti indipendenti. Qualcuno, infatti, ha evidenziato un netto distacco tra le cosiddette etichette discografiche “major” e quelle “indie” (indipendenti), sottolineando come occorrano circa 4 milioni di ascolti mensili per guadagnare poco più di mille dollari.

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