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Le 5 strumentali più iconiche nella storia del Rock

Le grandi band che hanno fatto la storia del Rock hanno spinto la propria opera dal vivo per mezzo di formidabili strumentali particolarmente coinvolgenti che hanno irrotto con prepotenza nell’immaginario collettivo, rimanendo impresse come colonne sonore di interi periodi di vita. Gli artisti di maggior spicco del panorama musicale, sono da sempre a conoscenza di quanto, una strumentale forte, possa portare in alto il nome del loro gruppo. Questo, perché, i brani facilmente riconoscibili sono, solitamente, i più amati dalle platee.

Nella maggior parte dei casi, le persone ricordano i ritornelli e le strofe più esplosive; ciò nonostante, le band che hanno consacrato il proprio nome all’olimpo del Rock, sanno perfettamente come fare per rendere una sezione memorabile. Le strumentali, talvolta, hanno reso interi dischi pietre miliari del genere al quale appartengono.

La catarsi che si crea tra il pubblico e una strumentale d’impatto è capace di tessere atmosfere eteree in un tripudio di meravigliose emozioni . Alla luce dei fatti, sovviene spontaneo pensare quanto, melodie incisive possano aiutare nella buon riuscita di un gruppo. In questo articolo, abbiamo raccolto alcune di quelle che, secondo noi, sono le strumentali più iconiche nella storia del Rock.

5) Misirlou – Dick Dale

Da molti nota per essere parte della colonna sonora del capolavoro cinematografico di Quentin Tarantino, Pulp Fiction,  la versione del celeberrimo chitarrista surf Rock, Dick Dale, di Misirlou è rimasta impressa nell’immaginario collettivo come simbolo di un genere che, osservato con attenzione, non presenta caratteristiche particolarmente interessanti. La ferocia con cui Dick Dale si lancia nel leggendario riff di Misirlou, però, rende il brano una pietra miliare assoluta nella storia del Rock.

4) The Who – Overture

L’impegno di Pete Townshend nel complesso compositivo della prima, intramontabile, Rock Opera della storia, Tommy, è profondamente tangibile sin dalle prime note che aprono il disco. L’ Overture di Tommy è, a mani basse, una delle strumentali più iconiche nella storia del Rock. Capace di travolgere l’ascoltatore dall’inizio alla fine attraverso una commistione di suoni ineguagliabile. Overture fornisce un imprinting forte e chiaro del climax generale dell’intera opera.

3) Linkin Park – Cure For The Itch

I Linkin Park affermarono la propria egemonia sul panorama musicale dei primi anni 2000, attraverso un sound aggressivo ed unico nel suo genere. Il Nu Metal, all’epoca, la faceva da padrone, grazie alla commistione dei generi che avevano maggiormente caratterizzato quegli anni. Cure For The Itch, estratta da Hybrid Theory rappresenta il momento di massima apertura del DJ dei Linkin Park, Joe Hahn che, attraverso questa strabiliante traccia, da prova di un profondo eclettismo e di una conoscenza dello strumento a dir poco meticolosa.

2) Van Halen – Cathedral

Lo stile di Eddie Van Halen è riassumibile in pochi semplici asserti. Il chitarrista si è imposto nell’immaginario collettivo come un virtuoso assoluto capace di lick a velocità allucinanti. Cathedral, però, mostra la vena più sperimentalista di Eddie Van Halen. La storia vuole che, una notte, il chitarrista stesse rovistando nella sua collezione di effetti a pedale quando rimase colpito dal suono massivamente profondo che la sua chitarra emetteva quando alzava il volume dopo aver suonato una nota o un intero accordo. Sentendosi ispirato da questa, per lui, nuova tecnica, compose Cathedral, registrandola al primo tentativo.

1) Rush – La Villa Strangiato

I Rush rappresentano nella maniera più limpida la quintessenza delle sfaccettature più elevate dell’Hard Rock. Provenienti dalla scuola eclettica del Progressive, i Rush hanno messo la firma su alcune delle strumentali più iconiche nella storia del Rock. La Villa Strangiato ne è l’esempio lampante. Il brano risulta essere un esercizio di stile nel quale,ogni membro della band, ha ritagliato il proprio spazio ideale per tessere arabeschi stellari e ipnotici.

 

 

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