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The Who, Roger Daltrey: “Ho rischiato di uccidere Pete Townshend”

Storie di ordinaria follia, si potrebbe quasi dire, quando si vive all’interno di una realtà come quella dei The Who. La formazione di Pete Townshend, Roger Daltrey e Keith Moon ha fatto la storia per una serie di motivi, che non risiedono soltanto nella qualità artistica della band, ma anche in una serie in questioni culturali e sociali che hanno riguardato la formazione stessa. Non volendoci addentrare in discorsi troppo complessi, nel prendere in considerazione un contesto come quello dei Who, le tantissime determinazioni sociali e culturali hanno fatto capo non soltanto alla qualità immensa della band, che si è espressa attraverso capolavori di grandissimo valore, ma anche a tutta quella serie di storie di follia che possiamo leggere nel quotidiano. Vogliamo parlarvi di quella volta che Roger Daltrey rischiava – così come ha dichiarato – di uccidere Pete Townshend. 

Lo scontro tra Roger Daltrey e Pete Townshend

Prima di parlarvi nello specifico dell’oggetto del nostro articolo, vogliamo inquadrarvi il periodo storico in cui lo scontro di cui vogliamo parlarvi è avvenuto. Sappiamo, o meglio, immaginiamo quale possa essere l’ansia e lo stress nel momento in cui si realizza un album in studio, soprattutto se questo risponde al nome di Quadrophenia. Allo stesso tempo, però, sappiamo anche che il clima in sede di registrazione dei Who era dominato da alcol, droghe e qualsiasi altro tentativo di alienazione. Insomma, non doveva certamente esserci la condizione migliore possibile…

Le dichiarazioni di Roger Daltrey nella sua biografia

A questo punto, veniamo al contenuto del nostro articolo citandovi quelle dichiarazioni che Roger Daltrey ha inserito all’interno della sua biografia, e che l’hanno portato a parlare di quale fosse il clima nel momento della realizzazione di Quadrophenia, celebre album in studio della formazione che ha fatto la storia del rock e della musica. Daltrey ha raccontato quanto segue:

“Questo non è il modo con cui rivolgersi a me, ma comunque io mi sono fatto da parte. I tecnici sapevano di cosa fossi capace, così si sono messi in mezzo e mi hanno trattenuto. […] Pete ha iniziato a urlare dicendo “lasciatelo andare! Lo uccido quel piccolo stronzo”. E così gli altri mi hanno lasciato andare. Tutto ciò che ricordo è che lui mi lanciò contro una Les Paul (chitarra). Mi passò accanto all’orecchio e per poco non scrisse la parola fine alla storia degli Who. Dopo aver schivato l’ennesimo gancio, risposi con un montante sulla mascella. Pete rimbalzò indietro come se fosse stato fulminato. Poi cadde a terra, battendo la testa sul palco. In quel momento pensai di averlo ucciso”.  

Roger Daltrey, inoltre, ha anche raccontato che – notando tutto ciò che fosse accaduto – il manager della band avesse chiesto se lo spirito che si stava verificando in quel momento fosse comune. La risposta di Keith Moon? Semplice: in realtà spesso accadeva addirittura di peggio!

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