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U2, Adam Clayton: “Ecco come ho sconfitto la depressione”

Il bassista degli U2, Adam Clayton, si è, recentemente, espresso riguardo le forme di depressione che possono colpire i soggetti maggiormente a rischio durante il lock down forzato al quale siamo soggetti a causa dell’emergenza sanitaria globale da COVID-19. Il musicista, era intervenuto spesso toccando argomenti simili; visti i problemi che, egli stesso, riscontrò a causa della grave dipendenza da alcolici cui era soggetto.

L’8 maggio scorso, Adam Clayton è apparso a The Late Late Show, tramite video chiamata, da casa sua a Dublino. Il bassista degli U2, ha invitato le persone più fragili a rivolgersi a degli esperti per essere aiutati a superare queste, apparentemente, insormontabili difficoltà.È difficilissimo gestire una condizione di isolamento forzato, in cui sei praticamente bloccato nel tuo mondo, con una miriade di pensieri che non ti abbandonano un attimo. È davvero stressante”, ha spiegato.

Andando avanti con il colloquio, il bassista degli U2, Adam Clayton, ha parlato della sua battaglia personale con la depressione e di come è riuscito ad uscirne vincitore. In particolare, il musicista ha detto: “Ad essere onesto, mi sono reso conto che dovevo essere sincero con me stesso. Ho capito che avevo un disperato bisogno di entrare a far parte di una comunità. Dovevo creare nuovi rapporti – ha continuato – stringere un legame con altri esseri umani capaci di affrontare la cosa e di comprendere cosa mi stesse succedendo”.

Adam Clayton: quand’è che il bassista degli U2 affrontò la depressione?

Il bassista, ha proseguito, spiegando di aver trovato non poche difficoltà ad osteggiare il suo cammino verso la sconfitta dei problemi con l’alcool di cui cadde vittima: “Fui colto dalla depressione in un momento in cui la mia carriera toccava uno dei suoi punti più alti”. Il musicista ha rivelato che, la cosa che maggiormente l’ha fatto soffrire in quei momenti, fosse stata l’incomprensione di coloro che avrebbero dovuto stargli accanto.

“Tutte le persone di cui mi ero circondato continuavano a ripetermi che mi sarei dovuto sentire sul tetto del mondo; che quella che stessi conducendo, fosse la vita migliore che potessi desiderare”, ha spiegato Clayton. “Ma c’era un senso di vuoto che mi logorava al punto da far entrare in scena le dipendenze da cui ero affetto – ha continuato – Arriva un momento in cui desideri solo eludere il tuo stato d’animo, evitare di affrontare quello che provi, in favore di un senso di realizzazione fittizio e, assolutamente, velleitario”. Il bassista degli U2 ha concluso la sua intervista da remoto spiegando di aver avuto una sorta di epifania nel 2016; comprendendo che non avrebbe più dovuto tenere nascosta la sua depressione, chiedendo aiuto a chi avrebbe saputo come assisterlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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