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Wish You Were Here: 5 curiosità sul capolavoro dei Pink Floyd

Siamo consapevoli del fatto che molti considerino tutti gli album dei Pink Floyd come dei capolavori… e come dar loro torto! Nell’Olimpo degli album più belli di sempre della storia dei Pink Floyd (e non solo), però, ci sono tre album che rispondono al nome di The Dark Side of the Moon, The Wall e Wish You Were Here.

Proprio di quest’ultimo vogliamo parlare; un album meraviglioso, che segna il successo planetario della band britannica. Un album in cui l’ombra di Syd Barrett regna sovrana in tutti i brani, a partire dalla tanto nota Shine On You, Crazy Diamond, fino agli altri brani che, magari, non parlano esplicitamente del primo grande leader della band. Abbiamo raccolto cinque curiosità all’album dei Pink Floyd.

L’antefatto dell’album

I Pink Floyd tornarono in studio soltanto nel 1975, dopo una serie di concerti che erano stati tenuti in Francia e Inghilterra; i rapporti con i fan, in questi concerti, erano stati particolarmente minati dalla presenza di tre canzoni: Raving and DroolingGotta Be Crazy e Shine On You Crazy Diamond, che la band eseguiva in occasione del primo tour eseguito dal 1973.

Così la formazione si rese conto che, al fine di evitare continue ritorsioni, sarebbe dovuta ritornare in sede di registrazione.

L’incontro con Syd Barrett

Uno degli eventi che più scossero la band in fase di registrazione fu l’incontro con Syd Barrett. Era il 5 giugno del 1975, le registrazioni di Shine On You, Crazy Diamond erano praticamente in dirittura di arrivo e negli Abbey Road Studios comparve un personaggio irriconoscibile, quasi bizzarro: calvo, obeso e con lo sguardo assente. Dopo un po’ la band si rese conto che si trattava proprio di Syd Barrett, che chiedeva loro che cosa avrebbe potuto fare.

Roger Waters scoppiò in lacrime, mentre gli altri chiesero come fosse possibile che si fosse ridotto in quel modo: la risposta fu semplice, il suo frigorifero era pieno e mangiava molte costolette di maiale. Apprezzò molto anche la registrazione del pezzo a lui dedicato, defindendo la canzone “un po’ datata”. 

La copertina di Wish You Were Here

La copertina di Wish You Were Here è quanto di più bello e complesso possa esistere nella musica. Il concetto della copertina, che doveva riflettere nel miglior modo possibile le tematiche dell’album, venne in mente a Storm Thorgerston. Quest’ultimo si rese conto che il tema fondamentale dei brani non era tanto la condizione di Syd Barrett, quanto più il tema dell’assenza. 

La stretta di mano tra due mani robotiche fu la conseguenza dei due pezzi rivolti alle industrie musicali, mentre le due figure hanno un altro senso. Esse derivano dalla consapevolezza che le persone tendono a mascherare i propri sentimenti per preservarsi, quasi come non volessero bruciarsi. L’immagine è, dunque, iconica: due uomini d’affari si stringono la mano mentre uno dei due prende fuoco. L’espressione inglese che si traduce in italiano con “bruciare”, inoltre, viene utilizzata anche per indicare un fallimento musicale. La foto fu scattata ai Warner Bros di Los Angeles, le due figure sono gli stuntmen Ronnie Rondell e Danny Rogers. 

Le opinioni contrastanti della critica

Le opinioni iniziali su Wish You Were Here furono contrastanti; in un primo momento molti esprimevano l’idea che l’album avesse un potenziale inespresso, mentre alti già notavano la genialità del prodotto. Con il tempo, poi, le opinioni si sono uniformate.

Ben Edmunds, del Rolling Stone, scrisse: «Shine On You Crazy Diamond è inizialmente credibile confrontandosi con il fantasma di Syd Barrett, la da lungo tempo, e probabilmente per sempre, perduta luce guida dei Floyd originali. Ma il potenziale dell’idea risulta irrealizzato; ci danno una tale vaga versione dei fatti della dannata faccenda che potrebbero benissimo cantare del cognato di Roger Waters che compra un ticket per il parcheggio…»

Di contro, Robert Christgau disse: “[…] la musica non è soltanto semplice, immediata ed affascinante, con i sintetizzatori impiegati in larga parte per le tessiture strumentali e i break di chitarra come commento, ma inoltre possiede parte della dignità sinfonica che The Dark Side of the Moon simulava così bene”

Il secondo concept della band

Dal punto di vista strutturale, Wish You Were Here è il secondo concept album della band, interamente scritto da Roger Waters. Il messaggio dell’album è chiaro: anche se nello specifico lo si può chiamare in diversi modi, esso evoca comunque un sentimento di faternità tra i membri della band che – nel tempo – era venuto a mancare. Non può mancare il riferimento a Syd Barrett, attraverso la lunghissima Shine On You, Crazy Diamond.

Ma non mancano anche altri temi, come la critica all’industria musicale di Welcome to the Machine e Have a Cigar (dove ci si riferisce ai “pezzi grossi” di questa stessa industria). Infine, nella title track, emerge anche un altro parametro specifico: il carattere di Roger Waters, la sua bipartizione e il suo essere – allo stesso tipo – idealista e personalità dominante.

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