Keith Moon, una personalità fuori dagli schemi
Lo si nota in ogni luogo, a proposito di ogni atto o azione che sia mai stata compiuta dal batterista dei The Who: Keith Moon è tra le personalità musicali più amate di sempre. E a ragione, oseremmo dire. La morte di Keith Moon non ha certamente frenato un processo che durante la sua vita era iniziato ed è destinato a durare forse in eterno: l’amore non soltanto per un grande batterista, ma per una personalità fuori dagli schemi.
In fondo, Alice Cooper l’aveva detto: tutto ciò che si legge sullo stesso Cooper, ma anche su Manson o Ozzy è spesso gonfiato, inventato o modificato. Ma ciò che si legge su Keith Moon è tutto vero. La distruzione degli strumenti, il volo in piscina con un auto e tanto altro ancora. Il batterista dei The Who è stata sicuramente una personalità da molti giudicata e – allo stesso tempo – da molti invidiata. Tanto che ci chiediamo cosa fosse successo ancora se quel tragico 7 settembre di 40 anni fa non fosse mai esistito…
40 anni fa la morte di Keith Moon
Era il 7 settembre del 1978, esattamente 40 anni fa, quando ci fu la morte di Keith Moon. Il batterista dei The Who soffriva certamente di tossicodipendenza, una condizione che fin dalla giovane età l’aveva colpito e l’aveva accompagnato fino al momento della sua morte.
Keith Moon trascorse la sera del 7 settembre del 1978 insieme a Paul McCartney e sua moglie Linda. Successivamente, tornò a casa con la sua fidanzata Annette Walter-Lax. Quella sera assunse un numero eccessivo di pasticche di clometiazolo, prescrisse nella sua terapia contro la tossicodipendenza. La sua ultima richiesta, alla sua fidanzata, fu che la donna gli cucinasse una bistecca con uova. Nello stesso momento stava vedendo il film “L’abominevole dottor Phibes” (del 1971). Morì nel sonno quella stessa notte, all’età di soli 32 anni.
Il secondo batterista migliore di tutti i tempi?
Le considerazioni intorno a Keith Moon sono disparate e, in qualche modo, il suo nome è indissolubilmente legato a quello dei Led Zeppelin. Innanzitutto perchè fu proprio il batterista dei The Who a scegliere il nome di quella che sarebbe stata la futura celebre band. Ma non solo: i batteristi delle due band, Keith Moon e John Bonham, sono da sempre considerati come i pilastri dello strumento.
Tendenzialmente si usa considerare Keith Moon come il secondo batterista migliore di tutti i tempi, proprio dopo Bonzo. Dello stesso avviso è la rivista britannica Rolling Stone. C’è chi, però, lo considera il migliore di sempre, senza se e senza ma. Aspettiamo il vostro responso, quindi, in un giorno certamente triste ma allo stesso tempo importante per ricordare una delle migliori personalità di sempre.