Eminem e quell’audacia che è troppo anche per Marylin Manson
Ci rendiamo conto che parlare, in un contesto simile, di un artista come Eminem possa apparire fuori luogo. Parliamo di un rapper che ha fatto la storia nel suo genere, diventando icona mondiale e vera e propria star. Ma cercando di superare le semplici barriere stilistiche, ecco che si giunge al parallelo con rock. C’è una figura che tanto si può accostare allo statunitense: quella di Marylin Manson. Non solo perché i due si sono incontrati e hanno duettato; ma perché le loro carriere sono, in qualche modo, interconnesse.
Il rapper statunitense chiese al Reverendo di cantare all’interno di quello sarebbe diventato Stan, uno dei brani più celebri di Eminem. Ciò che ottenne, però, fu un rifiuto. Il motivo? Troppa audacia anche per Marylin Manson. “La canzone che mi chiese di cantare era troppo misogina”, ha dichiarato il Reverendo, “Parlava di uno che uccideva la sua fidanzata e la metteva nel bagagliaio della macchina. Associandomi (a quel brano) avrei oltrepassato il limite. Prima di tutto, io non guido. E non metterei una ragazza nel bagaglio…”.
La collaborazione in The Way I Am
Di diversa natura fu, successivamente, la collaborazione In The Way I Am. Nella carriera di Eminem i videoclip sono sempre stati molto importante. In quello del brano in questione appare proprio il Reverendo. Quello di Marylin Manson è, effettivamente, un cameo: tuttavia esso dimostra anche la stima reciproca tra i due artisti.
Ciò disse del rapper Manson: “Eminem è sicuramente un’eccezione nel mondo dell’hip-hop ed il suo album giocherà un ruolo importante nella battaglia per la difesa del diritto alla libertà di parola ed espressione. Non penso che si preoccupi affatto di soppesare le sue parole e di mandare a quel paese chiunque voglia. Per questo mi piace e lo rispetto”. Il videoclip, diretto da Paul Hunter, è stato girato a Los Angeles.
Eminem e Manson come forma d’arte a sé
Eminem e Marylin Manson hanno anche duettato insieme, cantando proprio The Way I Am. Al di là di tutto ciò, è bene sottolineare l’importanza di una collaborazione simile.
I due sono il simbolo di una forma d’arte particolare, che evade dagli standard. Un’arte di ribellione, protesta, fuoriuscita dai canoni prestabiliti. Ne viene fuori l’immagine del rapper ribelle (Slim Shady) che talvolta si chiude nella sua introspetazione, legata a quella demoniaca di Manson. E che piaccia o meno questa è comunque arte.