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Quella volta che Lucio Battisti disse di no ai Beatles

Che piaccia o no, Lucio Battisti è stato una colonna portante della musica italiana. Il cantante, morto a Milano il 9 settembre del ’98, è considerato come uno dei più grandi innovatori della musica: un vero e proprio genio. Il cantautore di Poggio Bustone è ancora oggi molto apprezzato, in Italia tanto quanto all’estero. Lucio Battisti per noi italiani è un po’ come i Beatles per gli inglesi. O forse addirittura qualcosa in più…

Il netto rifiuto di Battisti ai Beatles

A quanto pare, negli anni d’oro di Battisti, la band di Liverpool era così entusiasta del cantautore che offrì milioni di dollari per introdurlo nel mercato musicale americano. Giulio Rapetti, in arte Mogol, all’epoca rivelò: “Forse non tutti sanno che Sir Paul McCartney possedeva tutti i dischi di Lucio. Non è un caso che sia stato avvicinato dagli agenti dei Beatles. Promisero che avrebbero investito milioni di dollari su di lui, ma Battisti rifiutò: in effetti gli sembrava un po’ eccessivo dover lasciare ai produttori il 25 per cento del totale.” Insomma, quello di Battisti fu un secco no.

Nello stesso periodo l’iconico duo Battisti-Mogol incontrò, oltre ai mitici Fab Four, un certo Bob Dylan. Due cantautori, due personalità affascinanti, due mostri sacri della musica: Battisti e Dylan avevano più di una cosa in comune. In realtà il “nostro” cantautore era interessato a tantissime altre sonorità diverse dalla musica leggera. “Battisti aveva un animo rock”, spiegava Mogol, “Era appassionato di alcune band rock come i Led Zeppelin, gli Stones, i Genesis.”

Mogol-Battisti: finalmente su Spotify e Deezer

Dopo anni di attesa, trattative e petizioni, le canzoni del mitico duo Battisti-Mogol saranno finalmente disponibili su due delle principali piattaforme di streaming musicale: Spotify e Deezer. La notizia degli ultimi giorni ha fatto rallegrare non poco i fan del genere, anche se probabilmente ci sarà una controffensiva da parte della famiglia del cantautore.

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