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Le rivelazioni shock di Michael Jackson prima di morire: “Stanno cercando di uccidermi”

La morte di Michael Jackson è stata, nella storia della musica, un momento incredibilmente difficile non soltanto per i fan del Re del Pop, ma per tutti gli amanti della musica stessa, di qualunque genere essa fosse. C’è bisogno, in effetti, di considerare tutte le circostanze che hanno portato a quella morte stessa, oltre che alle dichiarazioni, alle polemiche e alle indiscrezioni che hanno riguardato un momento particolarmente difficile e contestato. Tra le tante rivelazioni che sono state effettuate negli ultimi mesi, alcune dichiarazioni shock di Michael Jackson sono risultate particolarmente significative, soprattutto nell’ambito di una teoria cospirativa che vede il Re del Pop vittima di un omicidio. 

La telefonata di Michael Jackson a Michael Jacobshagen

Le dichiarazioni di Michael Jacobshagen, uomo d’affari tedesco e amico di Michael Jackson, sono incredibilmente significative nell’ambito di quella teoria cospirativa che vede il Re del Pop essere stato ucciso, e non vittima di un’overdose da propofol. Il tedesco ha pubblicato 13 lettere che Michael Jackson gli aveva inviato, sottolineando tutti i timori, le preoccupazioni e le angosce del Re del Pop, sempre più preda di quello che sembra essere – dalle lettere – un tentativo serrato di ucciderlo.

Il tedesco, tuttavia, non si è limitato a questo, rendendo pubblica anche quella telefonata in cui il cantautore, discografico e ballerino statunitense gli aveva sottolineato quelle stesse paure, ma attraverso delle dichiarazioni shockanti. “Era in piena crisi emotiva – ha raccontato il tedesco – mi diceva: ‘stanno cercando di uccidermi'”. A queste parole se ne associano altre, tratte direttamente da una delle missive che sono state inviate da Michael Jackson al suo amico: “Stanno facendo molta pressione su di me… Temo per la mia vita”

La teoria dell’omicidio di Michael Jackson

Le parole dell’uomo d’affari tedesco hanno avuto il merito di supportare una tesi che ormai va avanti da anni e che, allo stesso tempo, coinvolge sempre più personalità di diverso tipo, che non credono a quella che viene definita causa ufficiale della morte di Michael Jackson: l’overdose da propofol. Il sedativo somministratogli dal medico personale Conrad Murray è stato, secondo i referti medici, la causa di una morte che ha portato il medico alla radiazione a un procedimento penale.

Murray ha sempre negato questa supposizione, affermando di essere un semplice capro espiatorio. Le parole di Jacobshagen, quindi, hanno in parte sottolineato questa possibilità e supportato le tesi di Paris Jackson, figlia di Michael e fervente sostenitrice della teoria. 

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