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Pink Floyd: diritti d’autore mai pagati per Another Brick in the Wall

Il 30 Novembre 1979 i Pink Floyd pubblicano Another Brick in the Wall – grande successo scritto da Roger Waters. Il brano – contenuto nell’undicesimo album in studio della band, The Wall – è suddiviso in tre parti con tematiche e struttura simili. A cambiare è il tono con il quale viene esposto il concept del testo – tristezza all’inizio, protesta nella parte centrale e rabbia nel finale. I Pink Floyd – nella seconda parte di Another Brick in the Wall – utilizzano il coro di bambini della Islington Green School. Proprio questi ultimi sono stati recentemente riuniti dall’avvocato Peter Rowan – esperto in diritti musicali – per una questione che coinvolge Roger Waters e soci e i diritti d’autore del brano.

Another Brick in the Wall: part 1

Nella prima parte di Another Brick in the Wall, il tono generale è tranquillo. Solo verso la fine di questa porzione c’è un breve – ma evidente – aumento nella parte cantata, che anticipa un lungo assolo di chitarra. La canzone dei Pink Floyd – seguendo il concept della canzone The Thin Ice – narra la storia di Pink. Il protagonista – seguito nella sua fase di crescita ed evoluzione – comprende che il padre è morto in guerra e questo lo segna profondamente. Proprio a causa del trauma di questa scoperta inizia a costruire The Wall, ovvero Il Muro.

La mancanza di una figura paterna e il dolore che questo comporta, sono esemplificati perfettamente nella clip di Another Brick in The Wall. Si vede inizialmente la madre di Pink pregare in una Chiesa – piangendo la morte del marito. Il protagonista sta invece giocando con il modellino di un aereo. Poco dopo il bambino viene aiutato a salire su una giostra da un uomo che però si allontana con il figlio. Pink prova a rincorrerlo ed afferrargli la mano, ma viene ripetutamente respinto. 

La protesta contro l’istruzione

Nella seconda parte di Another Brick in The Wall, il testo di Roger Waters si concentra essenzialmente sulla protesta contro l’istruzione e contro i collegi scolastici. Il tono generale del brano cambia sensibilmente. Nell’album omonimo – Another Brick in the Wall – questa seconda parte forma un tutt’uno con la prima: The Happiest Days of Our Lives. Le due porzioni sono collegate da un grido di Roger Waters. Nella parte finale infine – come preludio per il terzo round del brano – si possono udire i classici rumori di un cortile scolastico, lo squillo di un telefono e un sospiro profondo. Seguirà poco dopo la terza parte – quasi del tutto simile alla prima – in cui Pink, distrutto dal tradimento della moglie, si isola dal mondo e riduce tutti i propri conoscenti a semplici mattoni di un muro.

Il coro della Islington Green School

Proprio per la registrazione della seconda parte di Another Brick in the Wall, i Pink Floyd ingaggiarono il coro di bambini della Islington Green School. Nonostante l’istituto abbia ricevuto una cifra di circa 1000 sterline, ai singoli membri non venne riconosciuto nessun diritto d’autore sulle copie del brano vendute. Per questo motivo – dopo venticinque anni di silenzio – l’avvocato Peter Rowan ha riunito i bambini del coro per far avere loro la quota di denaro che gli spetta. “Non si tratta di cifre enormi – ha spiegato l’uomo – bensì di poche centinaia di sterline a testa ma è una questione di principio”. Il coro della Islington Green School – oltre a non essersi mai visti riconoscere il diritto d’autore – non incontrò mai i Pink Floyd di persona. Tanto più che la preside della scuola – dopo aver capito a fondo il messaggio di Another Brick in the Wall – vietò ai ragazzi ogni contatto con Roger Waters, David Gilmour e soci.

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