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Lo storico incontro tra i Beatles e Peppino Di Capri

Di Claudio Pezzella - 22 Dicembre 2019

L’impatto dirompente con cui i Beatles diedero una sferzata alla scena musicale di tutto il mondo, arrivò in ritardo in Italia. Negli anni ’60 la Beatles Mania imperversava sul globo intero. America ed Inghilterra stravedevano per i Fab Four. Nel Bel Paese, però, il successo dei Beatles non fu subitaneo. Il gruppo tenne tre concerti, tra cui lo storico esordio tricolore al Velodromo Vigorelli, nel 1965. Il cantautore Peppino Di Capri era tra gli artisti che avrebbero introdotto i Beatles sui palchi delle tre date italiane. Potendo, ad oggi, raccontare nel dettaglio l’avvento dei Fantastici Quattro del Britpop in territorio Italico.

“Apprezzavo la musica dei Beatles ed il contributo culturale che regalarono al mondo. Li ascoltavo con grande riverenza. Ricordo di aver filmato i concerti in 16 mm. Per noi in Italia, la novità più grande era sentire musica ai volumi massivi con cui la proponevano i gruppi d’oltreoceano. La RAI scelse volontariamente di non riprendere nessuna esibizione, spiegandone le motivazioni dicendo che i Beatles sarebbero stati una meteora e che non sarebbero durati più di sei mesi“.

L’esordio italiano dei Beatles

Si trattava di un mini tour che non viene ricordato né dagli addetti ai lavori né dai fortunati spettatori dell’epoca come un evento particolarmente trascendentale. Eppure, i Beatles non avrebbero più calpestato il suolo italico dopo allora. L’America ed il Regno Unito erano dominate dal fenomeno culturale della Beatles Mania che, in Italia sarebbe arrivata più tardi. La prima sera, i Beatles suonarono davanti a 7000 persone, a dispetto delle 22 mila che il Velodromo poteva ospitare.

Furono molti i gruppi che si susseguirono come apri pista dei Beatles. Dalle Ombre a Fausto Leali, fino ad arrivare a Peppino Di Capri, i Rockets ed i Novelty. L’impresario Leo Watcher, ebreo, polacco, antifascista e Partigiano fu il responsabile di quell’azzardo. Portò i Beatles, come gli Who, i Rolling Stones e Jimi Hendrix in Italia, regalando istanti di storia al pubblico nostrano.

Il racconto di Peppino Di Capri

Nel corso di un’intervista per FQMagazine, il cantautore Peppino Di Capri espone i suoi ricordi in merito alle tre sere in cui accompagnò i Beatles. “Suonai per 20 o 25 minuti. Fui l’ultimo degli apri pista prima dei Beatles. Capita spesso che in attesa delle star della serata, il pubblico vada in visibilio, non riuscendo a farti esibire. Quella sera, però, furono tutti molto educati e rispettosi. La cosa mi fece veramente onore”. Di Capri accompagnò i Beatles al Vigorelli di Milano, al Palasport di Genova e, all’Adriano di Roma. “In Italia, venivamo distribuiti dalla stessa casa discografica, la Carisch. Ricordo che nei loro uffici circolavano i provini dei Beatles. Fui io a spingerli a pubblicarli. Erano primi in classifica in tutto il mondo, meno che in Italia. Io ero l’artista di punta della casa, quindi chiesero a me. Il mio 45 giri ‘Roberta’, era stato primo in classifica per settimana l’anno prima”.
Peppino Di Capri ricorda le dinamiche del concerto: “Cantai molto sfacciatamente qualche cover in inglese. Il pubblico, però, mi sorprese. In generale, infatti, era molto educato, niente a che vedere con ciò che si vede nei classici filmati dei Beatles con le ragazzine in estasi sotto il palco. Fu tutto molto pacato. Le giovani urlanti erano davvero poche. Feci tutto il tour con loro, viaggiando sullo stesso aereo e pernottando nello stesso albergo a Roma. Io ero in una suite, loro occuparono un piano intero. Avevano delle guardie del corpo che tenevano tutti lontani. Neanche un saluto, né una pacca sulla spalla. Fu solo l’ultimo giorno che l’impresario ci permise di scattare una foto con loro”.  Il cantautore conclude l’intervista spiegando che, recentemente, il TG 2, aveva chiesto i filmati in 16 mm che aveva registrato in occasione del concerto per preparare un articolo sui Beatles, rimarcando il madornale errore di valutazione commesso dalla rete televisiva in quegli anni.

 

 

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