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Fabrizio de André, 5 canzoni per ricordarlo

L’11 gennaio 1999 ci ha lasciato uno dei massimi esponenti della canzone d’autore, Fabrizio De André. L’artista originario di Genova è scomparso esattamente 21 anni fa, all’età di 58, e ancora oggi continua a lasciare un segno indelebile grazie alle sue autentiche perle musicali. Ecco 5 canzoni per ricordarlo nel modo migliore, con la chance di comprenderne il pensiero nei suoi testi principali.

1. La canzone di Marinella

Non potevamo fare altro che iniziare con uno dei manifesti della lunga carriera di Fabrizio De André. Composto nel 1962 e pubblicato due anni dopo, questo brano fu condotto al successo grazie ad una grande interpretazione di Mina. Fin da subito, è possibile notare la sua sonorità vagamente folk, con uno scenario intriso di leggerezza e romanticismo differente rispetto alla maggior parte della produzione di De André. La canzone sarebbe stata ispirata da un fatto di cronaca, ossia l’uccisione di una donna di nome Maria che fu gettata nel fiume Olona. Toccante e memorabile.

2. Cantico dei drogati

Proseguiamo con un altro pezzo dal forte impatto sociale, che si denota già dal suo titolo. Cantico dei drogati è stata scritta nel 1968 ed è stata inserita nel disco Tutti morimmo a stento. Il vero fulcro del messaggio di De André riguarda la ferma condanna contro la droga e la dipendenza in generale. Qui il cantautore sembra riportare parte della sua vita vissuta, avendo a sua volta subito gli effetti negativi dell’alcol. Al tempo stesso, si scaglia contro ogni forma di ipocrisia e affronta notai, banchieri e altre categorie lavorative che si dimenticano degli ultimi.

3. Via del Campo

Un altro brano di forte impatto della lunga carriera di Fabrizio De André risale al 1967 ed è originariamente contenuto nell’album Vol. 1°. Nello specifico, la strada genovese alla quale è intitolata la canzone corrisponde ad una via situata a pochi passi dal Porto Antico. Il pezzo è dedicato, in realtà, alla vita di una donna costretta a prostituirsi tra i vicoli della città ligure. Il tutto con un sottofondo di chitarra arpeggiata e diversi versi diventati fortemente popolari, tra i quali “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.

4. Ottocento

Nel fortunato e prezioso disco intitolato Le Nuvole è contenuto anche il brano Novecento. Si tratta di una notevole denuncia contro i borghesi, osteggiati da Faber nel corso di tutta la sua esistenza. La nuvola davanti al cielo azzurro non è altro che un simbolo che copre ogni traccia di purezza. Interessante anche l’aspetto puramente musicale, data la presenza di estratti lirici, il tipico jodel tirolese e la chiusura in finto tedesco. Una proposta ironica, orecchiabile e al tempo stesso in grado di far riflettere.

5. Amore che vieni amore che vai

Concludiamo con una ballata diventata un autentico classico nell’infinita carriera di Fabrizio De AndréAmore che vieni amore che vai è un brano realizzato nel 1965, una canzone molto sentimentale e intimista oggetto di numerose cover da parte dei colleghi di Faber. Il testo mette in contraddizione reciproca i mille volti dell’amore, descritto come un sentimento costantemente mutevole. Importante è anche l’arrangiamento, basato su una suggestiva sequenza di archi.

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