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Le migliori canzoni rock del Festival di Sanremo

Ci si avvicina sempre di più alla kermesse musicale Italiana più famosa in assoluta. Se nel tempo ci siamo abituati alle parole “amore, ti amo, la vita” eccetera eccetera nelle canzoni sanremesi, ci siamo al contempo dimenticati dei bellissimi pezzi di Sanremo. Diversi gruppi dall’animo tipicamente rock hanno portato una novità nel panorama musicale sanremese nonostante non siano stati sempre pienamente capiti. Basti pensare ai Marlene Kuntz con Canzone per un figlio che non li fece esplodere al grande pubblico (ma a loro non interessava granché). Oppure ad uno dei cantautori e chitarristi italiani più sottovalutati, Ivan Graziani con Maledette Malelingue del 1994. Vediamo allora le migliori canzoni rock del Festival di Sanremo (secondo noi).

L’ASSENZIO, DEI BLUVERTIGO (2001)

Questo pezzo può considerarsi il testamento musicale dei Bluvertigo. Dopo questo pezzo non fecero granché, complice la spinta solista della mente creativa del gruppo, ovvero Morgan. Eccezioni sono state il concerto di apertura di David Bowie a Lucca, un MTV Storytellers e una partecipazione a Sanremo nel 2016 con un discreto pezzo (Semplicemente). Ebbene, L’Assenzio arrivò ultimo e non vi diciamo neanche che il brano meritava ben altri fasti. La particolarità dell’arrangiamento che unisce rock, new wave, atmosfere synth e sinfoniche, tutte insieme, lo rende uno dei migliori pezzi mai passati per la kermesse. E, forse, il segno più bello di Morgan a Sanremo.

BENTIVOGLIO ANGELINA, DEI QUINTORIGO (2001)

Chi si ricorda dei Quintorigo? Probabilmente pochissimi. E del loro frontman dell’epoca John De Leo? E ricordiamo che la band aveva vinto un Targa Tenco con Rospo, uscita qualche anno prima. Ci rendiamo conto che si tratta di un tipo di musica non certo semplice, non commerciale e alle volte complessa da capire. Ma anche quella ci vuole. Il pezzo unisce un sintetizzatore ad una classica tromba jazz. Anche il testo si presenta come qualcosa di unico e particolare, molto caustico e come impostazione vicina al rock progressivo. Avrebbe meritato maggior fortuna. Ascoltatelo qui.

MENTRE TUTTO SCORRE, DEI NEGRAMARO (2005)

Pensate, i Negramaro prima di prendere una piega più vicina al pop negli ultimi 2/3 anni avevano un mood rock molto interessante. Ed ecco che il pezzo in questione incarna tutta la grandezza di un frontman molto riconoscibile e tecnicamente validissimo come Giuliano Sangiorgi. E pensate che il pezzo non arrivò in finale dato che il gruppo partecipava alla categoria dei Giovani. Pazzi, a dir poco, i giudici e la giuria.

CONTESSA (+ LETTERA DAL DUCA), DEI DECIBEL 

Volevamo aggiungerne due in una. La prima fu il pezzo che lanciò il gruppo di Enrico Ruggeri, una band che al tempo era davvero particolarissima. Il testo e l’arrangiamento, molto mnemonici e facili per la memorizzazione, si uniscono alla profondità delle parole e del tema. Sfidiamo chiunque a non averla cantata almeno una volta nella vita. Il pezzo aggiuntivo che abbiamo aggiunto è stato fatto per un motivo particolare. I Decibel nel 2018 presentarono Lettera Dal Duca, dedicato a David Bowie. Il pezzo non arrivò in alto ma è davvero splendido, soprattutto nell’arrangiamento di archi. Nota in più: ascoltate il pezzo in duetto con Midge Ure degli Ultravox alla chitarra elettrica. Merita (ve la mettiamo qui).

UN’EMOZIONE DA POCO, DI ANNA OXA (1978)

Sembrerà strana mettere Anna Oxa in una classifica rock e molti non saranno d’accordo. Eppure questo pezzo, poi coverizzato anche da Paola Turci e presente nel film Lo Chiamavano Jeeg Robot, ha tutte le caratteristiche perfette per essere rock. La chitarra è bella e non eccessivamente pesante e gli archi presenti rendono il brano una perfetta ballata rock (con qualche elemento un po’ particolare qui e lì). E poi la voce di Anna parla da sola, qui al meglio delle sue doti.

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