I Royal Blood sono un duo Rock britannico. Si formano a Brighton, Regno unito, nel 2013. Composto dal bassista e cantante Mike Kerr e dal batterista Ben Thatcher, i Royal Blood presenziano, ad oggi, sui palchi più rinomati di tutto il mondo. Com’è possibile che una band, formata da due sole persone sia riuscita, nel giro di pochi anni a rivoluzionare completamente i paradigmi concettuali della musica Rock internazionale?
Ebbene, la risposta a questa domanda, va ricercata nella meticolosità degli arrangiamenti proposti nei brani del gruppo, dal’immenso carisma delle composizioni dei Royal Blood e nell’ingegno con cui, il duo, si è fatto strada nelle classifiche in giro per il globo.
Il bassista, Mike Kerr, riesce ad ottenere suoni riconducibili a quelli di una chitarra attraverso gli effetti della sua pedaliera. Il giovane utilizza, infatti, un Electro Harmonix POG Octave Divider. Un pedale capace di tagliare o, tecnicamente parlando, “splittare”, il segnale del suo basso, sdoppiandolo in uscita. Il primo, quindi, rimane asciutto, terminando nell’amplificatore mentre; il secondo, equalizzato e distorto attraverso ulteriori modulazioni, viene mandato in un secondo amplificatore, come “chitarra”. Il tutto impiegando solo uno strumento.
I mitici esordi dei Royal Blood
Dietro il debutto dei Royal Blood, si nasconde un aneddoto del tutto singolare che ha, senz’altro, contribuito a renderli celebri. Il 27 giugno del 2013, Matt Helders, il batterista degli Arctic Monkeys, ha indossato, nel corso di una loro esibizione come Headliner al Festival di Glastonbury, una maglietta del duo. La t-shirt, era stata fatta appositamente per lui, in tutta fretta, poco prima che i Royal Blood, pubblicassero il loro primo singolo.
È il 25 agosto del 2014, quando viene pubblicato l’omonimo primo album della band. Royal Blood, ottenne un buon successo commerciale, ricevendo un responso assolutamente positivo da parte della critica e degli addetti ai lavori. Si tratta, in ogni caso, dell’album Rock, con il maggior numero di copie vendute, nel minor tempo, in Regno Unito, in tre anni.
Il sound unico della band
La peculiarità che rende i Royal Blood unici, è quella di aiutarsi con un uso molto spiccato dell’ingegneria sonora. Il loro sound è diventato particolarmente ricercato, in tempi relativamente brevi; pur servendosi esclusivamente del basso e della batteria per costruirlo. Nonostante le innovazioni con cui, il gruppo, ha impattato sulle scene; i Royal Blood hanno registrato il loro album nel modo più essenziale possibile. La band, infatti, non si è servita di alcun tipo di post-produzione; ormai divenuta una fase focale nei processi d’incisione nell’era del digitale.
La maggior parte dei pezzi presenti nel disco, sono stati registrati in presa diretta; suonando meticolosamente le canzoni dall’inizio alla fine, evitando di commettere errori. Lo stile dei Royal Blood è pura rivoluzione. Potenti ed esplosivi, i loro strumenti trasudano rabbia, crudezza; pur ispirandosi molto al Garage Rock e alternando riff secchi e incisivi a ritornelli catchy e particolarmente orecchiabili. Anche se molto più lentamente rispetto al panorama d’oltralpe, i Royal Blood si stanno affermando anche in Italia, prendendo posto in molte playlist; soprattutto quelle dei giovani appassionati, alla ricerca di nuove frontiere del suono.