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Cinque leggende metropolitane sul rock che sono diventate celebri

Il rock, come ben sappiamo e come abbiamo sottolineato in più di un’occasione, è ricco di storie, che siano essere veritiere o false, che hanno caratterizzato gran parte di quella storia e di quella cultura che ancora oggi riconosciamo. Molti di questi stessi miti possono avere una grande attinenza o dimostrazione nella realtà, dati i numerosi eventi che si sono verificati e che hanno portato alla conferma della tesi iniziale. Altri, invece, sono falsi miti o leggende che semplicemente si sono diffuse pur essendo prive di fondamento. Vogliamo parlarvi proprio di alcuni di questi miti, tra i più celebri del genere. Ecco le più famose leggende metropolitane sul rock che sono diventate celebri. 

Il grunge è un genere solo di Seattle

Tra le leggende metropolitane sul rock una delle più radicate è quella che riguarda il grunge. Quando si pensa al sottogenere del rock si tende ad associarlo ad alcune immagini celebri, come quella dei Nirvana o dei Pearl Jam. Ciò ha fatto sì che nella mentalità comune si credesse che il grunge è un genere che riguarda soltanto i bianchi di Seattle, essendo dunque relegato ad un contesto cittadino.

In realtà questo è un falso mito: il grunge ha trovato espressione in molti punti e culture degli Stati Uniti, da Los Angeles a Minneapolis, passando per New York. Ancora oggi il genere, che ha avuto grande diffusione in tutto il mondo, influenza tantissimo la cultura musicale.

Woodstock fu solo musica, pace e amore

Tre giorni di musica, pace e amore. Nonostante recitasse così il motto del Festival di Woodstock, in realtà ci fu anche altro. Le cronache l’hanno ampiamente raccontato, anche in virtù del molto astio che fu generato dall’evento musicale più celebre di sempre.

Eppure, nella mentalità comune si tende a pensare al Festival come un paradiso fatto di solo amore e musica: tra morti, situazioni di disagio e problemi di diversa natura, l’altra faccia di Woodstock è fatta anche di negatività. Ovviamente ciò non snatura la bellezza che fu propria dell’evento, ma non si può fare a meno di dimenticare gli elementi negativi. A questa leggenda se ne aggiunge una ulteriore, che vuole che il Festival fosse un prodotto degli Stati Uniti (in particolar modo della CIA) atto a sterminare l’intera popolazione hippie attraverso il consumo di droghe. 

La leggenda del Club dei 27

Siamo alla quarta, la più celebre, delle cinque leggende metropolitane sul rock che sono diventate celebri. Una delle leggende rock più affascinanti e celebri è sicuramente quella del Club dei 27. Non abbiamo gli elementi per parlare di falso mito o di storia reale, fatto sta che l’elemento che accomuna diverse rockstar esiste, e la storia l’ha dimostrato.

Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain, Amy Winehouse sono solo alcuni dei nomi che vanno a comporre l’immenso quadro di rockstar che hanno perso la vita all’età di 27 anni, in circostanze misteriose o sospette. Che sia vero o falso, il mito è ancora oggi avvolto da una patina di mistero che lo rende memorabile.

Il rock è stato inventato da uomini

Ultima delle leggende metropolitane sul rock che prendiamo in considerazione riguarda un giudizio popolare che riguarda essenzialmente le origini del rock ‘n’ roll, così com’è largamente conosciuto in tutto il mondo. Nonostante esempi pregevoli, come Chuck Berry, che hanno tratto molto dalla cultura nera portando il genere alla sua massima espressione, il rock non è stato inventato da soli uomini, e non sono stati i soli uomini a renderlo celebre.

La cultura nera di cui abbiamo precedentemente fatto cenno è formata anche da iconici esempi femminili, come Rosetta Tharpe, pioniera della musica gospel in grado di combinare il genere con il nascente rock ‘n’ roll. Non a caso, la Tharpe è stata identificata come una delle prime eroine del rock ‘n’ roll.

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