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Le migliori canzoni d’amore di Fabrizio De Andrè

Fabrizio De Andrè ha rappresentato, senza dubbio, uno degli esempi migliori della musica italiana e della sua applicazione, oltre che una delle personalità più importanti nella storia della musica italiana. Nella sua ampia discografia, che ha raccolto tantissimi capolavori di ogni tipo e in grado di trattare temi differenti, Fabrizio De Andrè ha regalato alla storia della musica e della cultura italiana brani che hanno parlato di qualsiasi cosa, nel modo migliore possibile; tra le tematiche meglio trattate c’è – chiaramente – anche quella dell’amore, che non rappresenta sicuramente il baluardo della sua discografia ma che, comunque, ha portato alla nascita di grandi canzoni. Quelle che seguono sono, secondo il nostro giudizio, le migliori canzoni d’amore di Fabrizio De Andrè. 

Verranno a chiederti del nostro amore

Pubblicato in un momento particolare della storia sociale e culturale italiana, Storia di un impiegato rappresenta un album incredibilmente sociale e ideologico, ricco di brani di grande livello ma che – a detta dello stesso Fabrizio De Andrè – non furono più riproponibili in epoche successive, nonostante la loro incredibile bellezza.

Il cantautore ligure salvava, di quell’album, soltanto Verranno a chiederti del nostro amore (canzone che in origine doveva chiamarsi Lettera alla donna e che fu dedicata a Roberta, sua fidanzata dell’epoca e stessa destinataria di Giugno ’73); nel brano, l’impiegato ormai in carcere, ha l’occasione di vedere la sua donna intervistata e ripensa al rapporto tra i due. Cristiano De Andrè, figlio di Faber, ha dichiarato di aver visto dal buco della serratura la prima esibizione di sempre della canzone: De Andrè, subito dopo averlo composto, lo cantò ad Enrica Rignon che sembrò visibilmente commossa. 

Amore che vieni, amore che vai

Seconda tra le migliori canzoni d’amore di Fabrizio De Andrè è sicuramente Amore che vieni, amore che vai, pubblicata per la prima volta nel 1966, come lato B nel 45 giri Geordie/Amore che vieni, amore che vai. Il brano offre una connessione di altissimo livello con i migliori brani che trattano del tema dell’amore per Fabrizio De Andrè.

Nello specifico, questa canzone riesce a riflettere perfettamente la caducità dell’amore stesso, attraverso l’antitesi che rappresenta la mutevolezza e la contraddittorietà del sentimento stesso. Emblematici sono gli ultimi due versi del brano: «io t’ho amato sempre, non t’ho amato mai; amore che vieni, amore che vai»

La canzone dell’amore perduto

In correlazione con quanto detto precedentemente, non si può non citare La canzone dell’amore perduto tra le migliori canzoni d’amore di Fabrizio De Andrè, nonostante il sentimento di cui si parli non sia più vivo e attuale. Se Amore che vieni, amore che vai esprime – infatti – la caducità dell’amore stesso, La canzone dell’amore perduto riflette su uno stato sentimentale ormai lontano, e che si esprime in una serie di gesti e pensieri che sottolineano quale sia il modo in cui finisce un amore.

La canzone, molto biografica, è un riferimento (anche se non preciso) alla fine del primo matrimonio del cantautore. Enrica Rignon, sua ex moglie, ha raccontato: «Molte delle canzoni che ha scritto sono reazioni a momenti particolari vissuti in famiglia o fuori. Amori andati a male, amori finiti. Uno qualunque certe cose se le trascina dentro, lui ha questa genialità di riportarle nei suoi pezzi. “La canzone dell’amore perduto” l’ha scritta quando i giochi tra noi erano ormai fatti. Le cose andavano male, ma abbiamo continuato a vivere insieme perché ci volevamo ancora bene»

 

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