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Le migliori 40 canzoni di Fabrizio De Andrè

Il bombarolo

Una delle figure più celebri di Storia di un impiegato è quella del bombarolo, uomo ormai distrutto da una società che lo tiene ai margini della stessa – siamo nel pieno di una cultura sessantottina che dà vita all’album di protesta, oltre che concept album di grande spolvero – e a cui decide di reagire per mezzo dello strumento più efficace, rumoroso: la bomba. La sfortuna e la collera dell’aspirante bombarolo, che sbaglia il suo obiettivo e che finisce per far esplodere un’edicola.

Via della povertà, Le passanti, Morire per delle idee

I tre brani sopracitati sono inclusi all’interno di uno stesso paragrafo non soltanto perché parte di un unico album – il tanto contestato album rosa “Canzoni” – ma perché aderenti ad un unico canone culturale che porta il cantautore genovese a riprendere, rielaborare o tradurre tre brani appartenenti a culture musicali differenti. Via della povertà è la rielaborazione di Desolation Row, con cui Bob Dylan chiude il suo fortunatissimo album Highway 61 Revisited, ed è frutto della collaborazione tra Fabrizio de Andrè e Francesco de Gregori che negli anni a venire darà i suoi frutti. Le passanti, invece, così come Morire per delle idee rappresentano la traduzione di uno degli artisti che più ha ispirato Fabrizio De Andrè nella storia della musica: Georges Brassens.

Ave Maria (La Buona Novella)

La grande idea di Roberto Danè, che fu proposta e accettata immediatamente da Fabrizio De Andrè, era un tentativo anacronisticamente valido di riproporre l’ideologia anarchica, per mezzo dei vangeli apocrifi di cui si ha molto spesso poca considerazione nell’ambito del cristianesimo. «Avevo urgenza di salvare il cristianesimo dal cattolicesimo. I vangeli apocrifi sono una lettura bellissima con molti punti di contatto con l’ideologia anarchica.», ha dichiarato Fabrizio De Andrè che ha trovato, con la Ave Maria de La Buona Novella, uno dei brani migliori della sua discografia.

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