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5 verità scioccanti su Lou Reed

Lou Reed – all’anagrafe Lewis Allan Reed – nasce a New York il 2 Marzo del 1942. E’ stato un cantautore, chitarrista e poeta statunitense, passato alla storia come uno dei più onesti e crudi cantori della realtà moderna. Pittore di vita vera, dei bassifondi torbidi e oscuri della Grande Mela, dove il tempo era scandito dalla droga e dalle deviazioni sessuali. Eppure Lou Reed ha sempre descritto questo universo scabroso con una punta di ironia e un’affascinante spirito rock ‘n’ roll. Scopriamo in questo articolo 5 delle verità più scioccanti sul compianto artista americano.

LOU REED, SPLEEN ESISTENZIALE E SPIRITO DEL MALE

“Lou Reed è la persona che ha dato dignità, poesia e una sfumatura di rock ‘n’ roll all’eroina – disse di lui Lester Bangs alle anfe, all’omosessualità, al sadomasochismo, all’omicidio, alla misoginia, all’inettitudine e al suicidio”. Lou Reed è una Baudelaire moderno che – camminando per le strade di New York – ne canta i bassifondi metropolitani, i tabù e le perversioni sessuali degli esseri umani, lo spleen esistenziale e il male di vivere.

Lou Reed ha incarnato per oltre trent’anni – in modo convincente ma anche, inevitabilmente ironico – l’Angelo del Male, l’artista maledetto che parla di droga, omosessualità, violenza. Un’estetica concettuale e pratica, che riversa nella musica – rivoluzionando i dettami del rock, gettando le basi dell’idealismo nichilista e distruttivo del Punk. Dopo una carriera – non molto soddisfacente dal punto di vista commerciale – assieme ai Velvet Underground, avvia un prolifico e influente periodo da solista.

LOU REED, IL TRAPIANTO DI FEGATO E LA MORTE

Nel Maggio del 2013 Lou Reed viene sottoposto ad un delicato trapianto di fegato. Ma nel Giugno successivo – stando a quanto riportato dal New York Post – è ricoverato d’urgenza a Long Island, per una grande forma di disidratazione. Nell’Ottobre dello stesso anno viene annunciata la notizia della sua morte, a 71 anni.

Negli ultimi giorni di vita, il cantautore statunitense era stato nuovamente ricoverato a Cleveland per delle complicazioni dovute al trapianto di fegato. Lì, una volta constatate le sue condizioni, i medici avevano acconsentito a lasciarlo tornare a casa – dove è morto circondato dall’affetto dei suoi cari. Poco dopo la notizia della morte, tantissimi i messaggi di cordoglio e affetto da parte del mondo della musica e del rock. Tra i tanti David Bowie, i The Who e il compagno dei Velvet Underground, John Cage.

TERAPIA ELETTROSHOCK, UNA CURA PER LA BISESSUALITA’

Nel 1959 – quando Lou Reed ha solo 17 anni – viene sottoposto ad una terribile terapia con elettroshock. I genitori, convinti che si stesse manifestando in lui una forma di bisessualità, speravano in questo modo di “curarlo”. Nel tentativo di superare quel trauma – che comunque non lo abbandonerà mai – e andare avanti con la propria vita, Lou Reed scriverà dei grandissimi capolavori.

Dall’esperienza dell’elettroshock e del tradimento dei suoi genitori, nascerà Kill Your Sons nel 1974 – brano contenuto in Sally Can Not Dance, pubblicato nell’anno successivo. “Perdi la memoria e diventi un vegetale” dirà Reed in merita a quel traumatico e doloroso momento della sua adolescenza.

IL PROGRAMMA RADIO AL COLLEGE

Da adolescente, Lou Reed lavora come speaker radiofonico per un programma jazz del College. Un’attività che non dura molto – a causa del carattere già turbolento e anticonformista del cantautore statunitense. Un giorno infatti – durante un comunicato di sensibilizzazione sulla distrofia muscolareLou Reed emette un fragoroso e dissacrante rutto in diretta. Viene cacciato poco dopo.

LOU REED E LA RISSA CON DAVID BOWIE

Il rapporto tra Lou Reed e David Bowie è stato piuttosto altalenante – una stima reciproca, tanta affinità, alternata, a volte, da violenti scoppi di stizza. Reed e Bowie gravitano comunque entrambi intorno all’enclave di mecenatismo che sarà la Factory di Andy Warhol. E il Duca Bianco sarà l’autore di Transformer – il primo successo solista di Reed del 1972.

Eppure, un episodio piuttosto spiacevole li ha visti protagonisti nel 1987. Dopo un’esibizione all’Hammersmith Odeon di Londra, si trovavano entrambi alla cena organizzata per l’evento. Allora, si dice che Reed si sia recato dal collega a chiedergli di produrre il suo nuovo album. Bowie accettò, ma a condizione che l’altro rimanesse sobrio per tutto il lavoro. La risposta del cantautore di New York fu un pugno, dopo di che fu scortato via dai suoi assistenti. Ore dopo – quando il Duca Bianco bussò alla porta della sua stanza per regolare i conti – non ricevette alcuna risposta da Lou Reed.

LA REGISTRAZIONE DELL’ALBUM BERLIN, 1973

Nel 1973 Lou Reed è impegnato nella registrazione dell’album Berlin – per il quale ha deciso di usufruire di molteplici suoni ambientali, che arricchiscano e impreziosiscano i brani. In particolare – nella canzone The Kids – si può sentire il lamento di due bambini, che chiamano e cercano disperati la propria madre.

Si trattava dei figlio del produttore Bob Ezrin – ai quali era stato detto che la donna se n’era andata e che non l’avrebbero più rivista, per scatenare in loro quella reazione angosciosa. Reed e Ezrin confesseranno in seguito di essersi pentiti del gesto – dettato da stress, ansia di perfezionismo e un eclatante abuso di cocaina.

LE ULTIME ORE PRIMA DI MORIRE

Nonostante le condizioni di salute di Lou Reed si compromettano definitivamente nel Maggio 2013 – a seguito del trapianto al fegato – la sua scomparsa avverrà solo nell’Ottobre di quell’anno. La sua ultima moglie, Laurie Anderson, rivelerà che il cantautore era in pace con se stesso e che, nelle ultime ore di vita, disegnava in aria dei movimenti di Tai Chi.

Una pratica che aveva iniziato a studiare 25 anni prima, nel tentativo – poi pienamente riuscito – di trovare un nuovo equilibrio. In tour portava addirittura con sé il proprio istruttore e – nell’anno della morte – si esibì assieme ad un artista di Tai Chi professionista.

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