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Queen, il segreto dell’immortalità della band

Se si considerano i Queen e dal punto di vista discografico, o dal punto di vista delle vendite e del rapporto con il proprio pubblico, non ci si spiega perché ancora oggi si parli così tanto di questa formazione britannica e non di tante altre che hanno fatto allo stesso modo la storia è che, magari, hanno ottenuto addirittura più successi dal punto di vista dei riconoscimenti e delle vendite dei loro prodotti. Basti pensare alla rivista britannica Rolling Stone, che li posiziona soltanto al 52esimo posto dei 100 artisti migliori della storia del rock, o ha un grandissimo successo come Bohemian Rhapsody, che ha ottenuto gran parte del suo successo a metà tra la fine del 1991, a seguito della morte di Freddie Mercury, e a metà nell’età contemporanea, a seguito della proiezione del biopic omonimo che ha assolutamente rivalutato l’immagine e la storia della formazione britannica stessa punto allora, considerando questi fattori, qual è il vero segreto dell’immortalità della band e di un successo così tanto grande che li ha portati ad essere amati ancora oggi da tantissime persone? È direttamente il commento di un giovane fan a spiegare quale sia il vero e proprio segreto dell’immortalità di cui vi parliamo.

Tutti gli elementi che hanno reso i Queen immortali

Se le dichiarazioni di un fan che ha cercato di indagare quali siano le reali cause dell’immortalità della band convincono sicuramente, vogliamo anticiparvi alcuni degli elementi che hanno reso i quindi immortali e ancora oggi oggetto dell’ascolto di tantissime persone e, soprattutto, dell’attenzione di tantissimi addetti ai lavori, tra critici e non solo. Di sicuro, uno degli elementi fondamentali del grandissimo successo dei Queen e quello dell’eclettismo musicale, che li ha portati ad essere sempre vicini a generi del tutto diversi e antitetici tra di loro anche cavalcando le tendenze del tempo in cui la maggior parte dei loro successi sono stati realizzati. Passare da un brano complessivamente difficile da realizzare come Bohemian Rhapsody a una canzone che invece si basa prettamente su sonorità funk, come Another One Bites The Dust, non è assolutamente cosa da poco nel processo discografico di una formazione, che generalmente intende adattarsi entro certe sonorità e tendenze artistiche.

Aldilà di questo, esistono anche altri elementi che riguardano più nello specifico la personalità di Freddie Mercury che si è sempre presentata attraverso un modo incredibilmente attrattivo, e che ha creato grande scalpore da un lato, dall’altro grande condivisione artistica e amore da parte dei fan che ancora oggi viene espresso nel miglior modo possibile. Insomma, che sia per la personalità dei membri della band, che sia per un discorso di costume o prettamente di estetica, che sia per il grande impatto artistico che la formazione ha avuto nel secolo scorso, tantissimi sono gli elementi che meritano di essere sottolineati nel considerare quale sia il vero segreto dell’immortalità dei Queen.

Qual è il vero segreto dell’immortalità dei Queen?

Vogliamo, a questo punto, riportarvi il commento di un fan che ha spiegato, considerando i naturali processi della sua quotidianità, come i Queen sono diventati immortali per la sua persona e, quindi, quale sia il vero segreto dell’immortalità della band che ha fatto la storia e che ancora oggi continua a farla.

Ho scoperto il gruppo molto tardi, nel 1990, quando il più giovane dei miei fratelli ebbe l’idea di regalarmi Greatest Hits II per un compleanno. Fino ad allora per me i Queen erano solo un gruppo rock commerciale che oscillava indeciso fra il progressive e l’heavy metal. E Freddie Mercury era il tizio del video di I Was Born to Love You, un macho inguainato in un bizzarro vestito bianco che lasciava scoperto il torace villoso mentre rincorreva un’incantevole bionda e si faceva notare per la voce penetrante che riscattava un pezzo altrimenti zuccheroso. «Chi è quel bell’uomo?», si meravigliava mia nonna, appassionata delle romanze operistiche ed estranea al mondo dei videoclip. L’altro fratello interveniva: «Nonna, guarda che non è come sembra…».

Il fan ha dichiarato di essere stato completamente trascinato dall’ascolto dei Queen: Altro che orecchiabile: il rock pop di Freddie e compagni era trascinante, esaltante, esuberante. Liberava qualcosa che stava intrappolato nel profondo. Musichette facili facili ma costruite dentro a sfarzosi arrangiamenti barocchi. I pezzi organizzati in movimenti diversi per tempo come nella musica colta. Ascoltavi, e nel giro di pochi secondi non sentivi più il peso delle frustrazioni della vita, sentimenti e sensazioni sempre più intense prendevano a vibrare e ti sentivi risospinto in un’infanzia felice che non credevi di poter ricordare. […] Ne ebbi la conferma un giorno, mentre roteavo Adele ballando sulle note di It’s a Kind of Magic. Mia figlia aveva due anni e si godeva estasiata quel volo, assicurata alle braccia di suo padre. A un certo punto con occhi giocondi e sognanti se ne venne fuori: «In Cielo Freddie Mercury fa ridere i bambini. Cadono tutti per terra e ridono».

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