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Playlist sul Coronavirus: la scelta di Spotify che ha generato grandi polemiche

In tempo di emergenza per Coronavirus sono tantissime le soluzioni che vengono adottate, per far fronte ad una situazione di difficoltà che porta tutti ad affrontare un nuovo modo di vivere ed esistere nella propria quotidianità; tra flash mob e challenge, tra film e musica, in tanti hanno cercato di dare un contributo attraverso realizzazioni personali e, per quanto possibile, originali. Tra queste c’è stata la realizzazione di una playlist sul Coronavirus pubblicata su Spotify, ricca di brani (rock e non solo) che rimandano al concetto di virulento, tossico e devastante; una scelta che ha generato grandi polemiche e di cui vi vogliamo parlare.

La playlist sul Coronavirus presente su Spotify

Prima effettuare una qualsiasi considerare che potrebbe essere relativa alla playlist sul Coronavirus presente su Spotify, vale la pena approfondire quale sia questa playlist stessa, che ha trovato pubblicazione sulla piattaforma di streaming. Non si tratta di una playlist autogenerata da Spotify, ma della realizzazione di un utente della piattaforma che ha raccolto i brani che – nel titolo – parlano di tossico, di virus, di devastazione o di qualsiasi altro concetto che possa essere legato alla realtà del contagio. La playlist sul Coronavirus presente su Spotify è la seguente.

Tra i brani rock presenti all’interno della raccolta ci sono Everybody Hurts dei R.E.M., Toxicity dei System of a Down, Another One Bites The Dust dei Queen, You Sound Like You’re Sick dei Ramones e Down with the Sikness dei Disturbed. La playlist, però, raccoglie brani dei diversi generi musicali, che siano accomunati dalla semplice tematica comune: tra questi si possono ritrovare SICKO MODE di Travis Scott, U Can’t Touch This di MC Hammer, Can’t Feel My Face di The Weeknd, Mask Off di Future, ‘Till I Collapse di Eminem, Stayin Alive dei Bee Gees, ancora Future con Codein Crazy, How Do I Breathe di Mario, Lonely di Akon, The Scientist dei Coldplay e Survivor dei Destiny’s Child. 

E non è ancora finita qui, dal momento che i brani presenti all’interno della playlist sono numerosissimi e per motivi strutturali non ve li citiamo tutti: tutte canzoni che, in qualche modo, riflettono sullo stesso tema, sull’impossibilità di abbracciarsi o vedersi, del combattere contro un virus silente o sul bisogno e sul ricorso alla scienza, attraverso alcune sue immagini celebri.

Perchè la playlist sul Coronavirus ha generato grandi polemiche?

Ancora una volta, prima di spiegare il perchè della polemica, è opportuno sottolineare che la playlist sul Coronavirus presente su Spotify non è stata generata dalla piattaforma stessa, ma è frutto del caricamento da parte di un utente. Come sempre, le scelte possono essere moralmente giuste o sbagliate, e tutto dipende dal modo di sentire certe tematiche da parte di chi è interessato.

Nel nostro caso possiamo dirci non totalmente scossi dalla vicenda: ascoltare musica e sviluppare una cultura in merito è sempre importante e, se il Coronavirus e la conseguente quarantena possono essere di sprono per iniziare a farlo al di fuori dei propri schemi di genere e di ascolto, negativo non è. Del resto, su Spotify si trovano playlist relative a qualsiasi tematica possibile e di tendenza… difficile non aspettarsi che succedesse ancora!

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