R3M

Il ritorno di Bob Dylan: nuova canzone dedicata a John Fitzgerald Kennedy

Con un messaggio sul suo profilo Twitter Bob Dylan, Premio Nobel per la Letteratura 2016, lancia un annuncio tanto inaspettato quanto gradito dai suoi fans: è stata infatti rilasciata una canzone che, come dice lui, è “stata registrata un po’ di tempo fa e che potreste trovare interessante.”, prima di concludere il messaggio con un appello, relativo alla situazione Coronavirus che negli ultimi giorni si è abbattuto anche sugli U.S.A..

Di che cosa parla Murder Most Foul?

“Murder Most Foul” (“L’assassinio più disgustoso”), è il titolo della nuova canzone pubblicata da Bob Dylan, la prima inedita dopo ben otto anni di attesa. Il tema è uno di quelli importanti, un evento che tanto colpì all’epoca e che ancora è impresso nella mente del popolo statunitense come pure nel resto del mondo: l’assassinio del trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America John Fitzgerald Kennedy, che ebbe luogo a Dallas il 22 novembre 1963.

La durata complessiva di “Murder Most Foul” è di 17 minuti e possiamo dividerla in due parti distinte: la prima di dieci minuti, la seconda di sette. L’arrangiamento è azzeccatissimo ed essenziale, ridotto a batteria e pianoforte ai quali successivamente si aggiungono due archi, mettendo ancora più in evidenza il peso delle parole di Dylan.

La morte di JFK e il significato della canzone di Bob Dylan

La canzone si apre a Dallas, con la descrizione dell’omicidio di JFK.: “Twas a dark day in Dallas, November ’63/ A day that will live on in infamy/ President Kennedy was a-ridin’ high/ Good day to be livin’ and a good day to die.” (“Era una giornata buia a Dallas il novembre del ‘63/ una giornata che vivrà nell’infamia/ il presidente Kennedy stava passando/ Un bel giorno per vivere e un bel giorno per morire”). Proseguendo Dylan dipinge nella sua poesia anche immagini più crude e che vanno dritte allo stomaco, come, per citarne una: “Freedom, oh freedom. Freedom cover me/ I hate to tell you, mister, but only dead men are free” (“Libertà, o libertà, libertà ricoprimi!/ Odio dirtelo mister, ma solo i morti sono liberi.”).

Andando avanti con l’ascolto di questa vera e propria ode arriviamo alla seconda parte, dove possiamo ascoltare vari riferimenti alla cultura popolare e alla storia del rock: l’avvento dei Beatles con tanto di citazione a “I want to hold your hand”, il festival di Woodstock, i Queen con “Another one bites the dust”, Little Richard con “Lucille”, Elvis con “Mystery Train”, e la lista sarebbe infinita, quasi ad evidenziare il potere salvifico che può avere la musica ed il ruolo centrale da un punto di vista sociale che effettivamente ebbe negli anni ’60 e ’70, con lo stesso Dylan tra i suoi protagonisti, grazie a canzoni come “Blowin’ in the wind”.

I concerti di Bob Dylan rinviati per Coronavirus

Il risultato è di fatto una moderna poesia in rima baciata che fa riflettere l’ascoltatore, toccando vari temi, come la morte, la disillusione, la menzogna, la redenzione e di cui è consigliato l’ascolto e la lettura del testo. Un ritorno in grande stile per il celebre cantautore di Duluth, che può consolare i fans che hanno visto cancellare i concerti programmati a causa del Coronavirus.

Articoli correlati

Condividi