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Led Zeppelin, il segreto dietro la copertina dell’album Houses of the Holy

Nel 1973 i Led Zeppelin – ormai certi di una notorietà e di una consacrazione internazionale – danno alle stampe un lavoro che sorprende pubblico e fan. E lo si capisce fin dalla copertina. Stiamo parlando di Houses of the Holy. Mentre tutti si aspettavano un Led Zeppelin V, Robert Plant e soci se ne escono con un disco che – visivamente – presenta solo dei bambini nudi e biondi che si arrampicano su una parete di pietra. Ma qual è il segreto che si nasconde dietro alla copertina di Houses of the Holy?

LED ZEPPELIN, STORIA E COMPOSIZIONE DI HOUSES OF THE HOLY

Houses of the Holy è dunque il quinto album in studio dei Led Zeppelin, dopo il successo travolgente rappresentato da Led Zeppelin IV. Un intermezzo prima di un altro grande classico, ovvero Physical Graffiti del 1975. A differenza di altri lavori della band, il disco viene accolto con atteggiamenti discordanti.

C’è chi – accanto a ciò che era venuto prima e ciò che verrà dopo – lo considera un episodio minore nella discografia di Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham. E chi invece, lo reputa un nuovo capolavoro.

HOUSES OF THE HOLY, CAMBIAMENTI  E EMERGERE DEL TALENTO DI JOHN PAUL JONES

Houses of the Holy rappresenta un unicum nella discografia dei Led Zeppelin, sotto molteplici punti di vista. Innanzitutto – e per la prima volta – il pubblico assiste all’emergere dell’eclatante e sorprendente talento di John Paul Jones. Poi, il disco, riassume e condensa – in un unico lavoro – i molteplici percorsi musicali aperti dagli Zeppelin negli anni precedenti.

Il quinto disco della band – dopo Led Zeppelin IV – presenta anche significativi cambiamenti di sound. Vengono introdotti i sintetizzatori e si sperimentano nuovi generi. Le sessioni di registrazioni vengono svolte in pochissimo tempo, e senza troppo intoppi. I ritardi nella pubblicazione saranno causati, principalmente, dalla grafica della copertina – anche questa volta, come per gli altri album, senza nessun riferimento al nome o alla band.

IL MISTERO DELLA COPERTINA DI HOUSES OF THE HOLY

La copertina di Houses of the Holy è spiazzante e innovativa per molteplici motivi. Innanzitutto, e per la prima volta, i Led Zeppelin decidono di assumere uno studio fotografico: Hipgnosis. D’altro canto, sembra stranamente trasparente rispetto ai misteriosi temi degli altri dischi. Ed è qui l’errore. Sebbene quel disegno abbia rischiato il più completo fallimento, la sua genesi e la sua creazione sono affascinanti.

Aubrey Powell e Storm Thorgerson – dell’Hipgnosis Studio – portano a Robert Plant e soci tre idee. La prima è scolpire Zoso in una fotografia che riprenda un altopiano del Perù, sul quale sono presenti disegni e scritte tracciati nel deserto. Per la seconda, ci si ispirerebbe al romanzo Childhood End di Arthur C. Clarke – nel quale tutti i bambini si allontanano dalla terra verso una luce sfolgorante. Nella terza, si deve ritrarre un campo da tennis elettromagnetico con una racchetta.

LED ZEPPELIN, L’IDEA FINALE PER LA COPERTINA DI HOUSES OF THE HOLY

L’idea della racchetta – che implicitamente accosta la musica dei Led Zeppelin a quell’oggetto – piace talmente poco a Jimmy Page da spingerlo a licenziare Storm Thorgerson. Alla fine, il progetto finale è tutto nelle mani della Powell. La band le dà carta bianca e un budget illimitato. Ed ecco l’idea, una famiglia vera – padre, madre e due bambini – completamente nudi che si arrampicano su una parete rocciosa.

Viene scelto come luogo il Giant’s Causeway – circa 40.000 colonne di basalto di varia altezza – in Scozia. Il tempo avverso e le condizioni generali del luogo, rendono scattare quella foto difficilissimo. Tanto che alla fine – date le condizioni difficili per l’intera famiglia – la Powell decide di utilizzare solo i bambini, replicandoli successivamente in studio.

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