Il progetto di Nick Mason, realizzato attraverso la fondazione dei Saucerful Of Secrets, ha portato – come tutti hanno avuto modo di conoscere – alla realizzazione di cover dei primi brani della formazione britannica, guidati dallo spirito e dall’iniziativa artistica e musicale di Syd Barrett. Prima di diventare celebre con i suoi album più famosi, la formazione britannica ha approcciato ad una realtà fatta di sperimentazione, psichedelia ed evasione dai canoni convenzionali dell’arte e della musica; a distanza di decenni, Nick Mason ha deciso di riprendere quelle sonorità attraverso la sua nuova cover band. Ma, in soldoni, perchè ha deciso di suonare di nuovo le prime canzoni e non i più grandi successi dei Pink Floyd?
Le dichiarazioni di Nick Mason sui Saucerful Of Secrets
La scelta di fondare i Saucerful Of Secrets, da parte del batterista dei Pink Floyd Nick Mason, è stata dettata da una precisa logica che non riguarda soltanto la passione del britannico, ma anche la volontà di ripresa di alcuni dei momenti più significativi della formazione guidata da Syd Barrett.
Alla domanda secondo la quale fosse un qualcosa di voluto, Nick Mason ha risposto: “Assolutamente. Voglio dire, in un certo senso rispondeva a una serie di criteri, perché c’è un sacco di musica interessante che è stata davvero dimenticata. Voglio dire, non per un motivo particolare, ma il successo dei dischi successivi spinge tutto da un lato. E naturalmente, musicalmente, significava che non eravamo in competizione con Roger [Waters] e David [Gilmour] e con i Pink Floyd australiani [tribute band]. […] Era un paesaggio musicale molto più libero, e questo era davvero importante perché quello che mi mancava era suonare.”
La musica dei Saucerful Of Secrets e dei Pink Floyd australiani
La musica dei Saucerful Of Secrets è un qualcosa di tutt’altro che banale; anzi: per gli amanti dei primi anni della formazione – come ha avuto modo di spiegare Nick Mason – si tratta di un processo creativo incredibilmente importante. Il batterista ha affermato quanto segue: “Il problema è che non c’è una sola cosa che si collega. È davvero una cosa piuttosto insolita. I Pink Floyd hanno attraversato, in un certo senso, così tanti cambiamenti diversi. Voglio dire, sono abbastanza interessato a questa cosa in cui le band possono effettivamente muoversi tranquillamente attraverso diverse fasi. Un altro buon esempio sono i Genesis e forse il migliore di tutti, i Fleetwood Mac; si raccolgono diversi fan in periodi diversi, e poi, si spera ci sia davvero un po’ di osmosi, e loro raccolgono altri pezzi di musica precedente o successiva e così via”.
Infine, siccome ha avuto modo di citarli nel suo articolo, Nick Mason ha parlato anche dei Pink Floyd australiani: “Oh, sì. Sono fantastici, lo fanno davvero bene. Tendo a dire che possono replicare ogni mio errore. Totalmente geniali, davvero bravi”.