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Elvis Presley: come aiutò a combattere il virus della poliomielite

Fino a metà anni ’50 negli Stati Uniti era molto diffuso il virus della poliomielite, che colpiva soprattutto bambini e adolescenti, circa sessantamila all’anno, in misura minore gli adulti. Di questi circa in tremila perdevano la vita, mentre nella maggior parte dei casi la malattia portava alla paralisi degli arti, come avvenne al trentaduesimo presidente degli Usa Franklin Delano Roosevelt. Fu proprio lui a spingere fortemente per aiutare la ricerca del vaccino in grado di sconfiggere il virus, lotta poi mandata avanti da Truman.

Il vaccino per la polio

Il vaccino in gradi di  contrastare il virus della poliomielite fu finalmente trovato nel 1955 da Jonas Salk. Questo vaccino era in grado di prevenire gli effetti della polio e fu testato su ben due milioni di bambini, avendo la conferma della efficacia. Fino a quel punto erano stati vaccinati solo bambini, ma mancava ancora tutta un’altra fascia colpita dal virus, ossia gli adolescenti. Questi infatti pensavano di non essere a rischio, quando la realtà era ben diversa, con numeri ancora molto alti per quanto concerneva il numero di casi.

Elvis Presley entra in scena

A questo punto le autorità competenti pensarono a come trovare il modo di convincere gli  adolescenti della necessità di vaccinarsi. E’ qui che entrò in scena Elvis Presley che nel 1956 era da poco sulla bocca di tutti, ma che già aveva conquistato il pubblico dei ragazzi, i quali guardavano a lui come un esempio da seguire,  e che aveva da poco conquistato il suo primo disco d’oro con il brano Heartbreak Hotel”.  Così si penso di usare la sua figura per lanciare un messaggio positivo: bisogna vaccinarsi!

Elvis Presley: quale fu la sua parte

La parte che giocò Elvis Presley fu fondamentale. Di lì a poco avrebbe partecipato all’Ed Sullivan Show, il programma più seguito dell’epoca, così si pensò di sfruttare l’occasione: durante la sua seconda partecipazione Elvis si vaccinò, tutto sotto gli occhi dei fotografi ed infatti sono facilmente reperibili immagini dell’evento.

A ciò fu abbinato un messaggio che veniva trasmesso via radio che recitava così: “Hey kids could I talk to you for about 30 seconds? This is Elvis Presley, if you believe polio’s can be beaten I ask you to listen. –Remember me! (voce di bambino n.d.r)- Now that’s the voice of thousands who know the fight against polio is just as tough as it never was. They are crippled and the Salk’s vaccine can’t  help them recover…but you can! (“Hey ragazzi potrei parlavi per 30 secondi? Sono Elvis Presley, se credete che la polio possa essere sconfitta vi chiedo di ascoltare. – Ricordati di me!- Questa è la voce di migliaia di persone che sanno come la lotta alla polio sia dura come mai finora. Sono paralizzati ed il vaccino dii Salk non li può aiutare… ma voi potete!”).

Gli effetti dell’intervento di Elvis

L’entrata in campo di Elvis, come pure di altri cantanti di minore importanza, fu fondamentale. In quattro anni,  tra il 1956 ed il 1960, i casi di infezione diminuirono del 90%. Prima che Elvis intervenisse sulla questione, la percentuale di adolescenti vaccinati era pari allo 0.6%, dopo salì fino all’80%. Si riuscì così a sconfiggere  quasi del tutto il virus responsabile della poliomielite. Anche oggi, malgrado purtroppo un vaccino contro il Covid-19 non sia ancora stato trovato, molte star si stanno impegnando a far passare il messaggio di stare a casa, come, a livello internazionale, Lady Gaga con il suo “Together at Home”.

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