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I cinque momenti più pazzi di Pete Townshend

Il leggendario chitarrista degli Who, Pete Townshend, si è reso fautore, di gran parte della fama che l’iconico gruppo ha conquistato nel corso degli anni. Eccessi e dissolutezze la facevano da padrone sul palco, come fuori. La band è sempre stata al centro dell’attenzione, risultando come l’archetipo dello stile di vita Rock ostentato dalle Star negli anni d’oro. L’apporto di Pete Townshend sulla cultura musicale moderna, come sul panorama sociale Pop, è inimmaginabile. La discografia degli Who è semplicemente storia, dalla prima all’ultima nota di ogni album.

L’energia sprigionata da tutti i componenti del gruppo sul palco era travolgente come poche. La batteria di Keith Moon e le acrobazie mirabolanti di Pete Townshend alla chitarra, si mescolavano ai toni lisergici della prorompente voce di Roger Daltrey. Gli Who furono tanto formidabili, musicalmente parlando, quanto eccessivamente fuori dagli schemi nella vita, alimentando, oltre modo, gli stereotipi e le stimmate che, ancora oggi, aleggiano intorno al mondo del Rock.

Di certo, lo stile esplosivo di Pete Townshend, veniva spesso incanalato in una corrente d’estro artistico e di carisma inimmaginabili, contribuendo ampiamente a consacrare all’eterno la sua figura. Consapevoli del fatto che, siano sorte le storie più impensabili e stravaganti sul conto di tutti i membri degli Who, in questa classifica, abbiamo scelto di raccogliere alcuni dei momenti più pazzi vissuti dal leggendario chitarrista della band, Pete Townshend.

5) Il trip di LSD di Pete Townshend in aereo

Dopo che gli Who si esibirono al Monterey Pop Festival, Keith Moon decise di vivere un trip, facendo uso di LSD. Pete Townshend e sua moglie Karen scelsero di unirsi a lui, in modo da non fargli vivere l’esperienza da solo. Pete Townshend ha raccontato di aver vissuto il momento più disturbante della sua vita su quell’aereo. Il chitarrista ha rivelato di aver visto gli assistenti di volo trasformarsi in maiali e che, ad un certo punto, la sua anima fosse uscita dal corpo, vedendosi dall’alto, mentre sua moglie lo schiaffeggiava affinché rinvenisse.

4) La Regina Elisabetta “rubò” il suo carro funebre

Sembrerebbe che gli Who avessero acquistato, anni addietro, un carro funebre del 1936, un Packard V12. La band decise di comune accordo di parcheggiare il veicolo sotto casa di Townshend. Un giorno, il chitarrista si accorse che l’auto fosse sparita, allertando le autorità, convinto si trattasse di un furto. Poco più tardi, Pete ricevette la telefonata di uno sconosciuto che gli disse che la Regina, avesse voluto il carro per sé, perché le aveva ricordato del funerale di una persona a cui era molto legata. Townshend non obiettò e dedicò alla Regina d’Inghilterra la famosissima canzone degli Who, My Generation.

3) Quella volta che Pete Townshend aggredì un poliziotto sul palco

Nel bel mezzo di un travolgente set degli Who, un uomo irruppe sul palco e strappò il microfono dalle mani di Roger Daltrey mentre era intento a cantare. L’uomo cominciò a declamare avvisi a gran voce; le sue affermazioni non vennero prese in carico dal pubblico, visto il marasma assoluto tipico del contesto. Il cantante della band non riuscì a riappropriarsi del microfono, così Pete Townshend intervenne, intimandolo, fino a venire alle mani, di scendere dal palco. Più tardi, il chitarrista scoprì che, l’uomo in questione, fosse un poliziotto in borghese che stava tentando di evacuare il teatro a causa di un incendio propagatosi nello stabile adiacente. Townshend fu arrestato e rilasciato su cauzione; resosi conto di quanto accaduto, inoltre, si scusò ripetutamente con l’agente.

2) Pete Townshend aiutò Eric Clapton a conquistare Pattie Boyd

Tra tutte le storie che vedono Pete Townshend tra i protagonisti, questa sembrerebbe la più normale, se solo, alla base, non vi sia una delle relazioni più discusse e simboliche della storia del Rock. Il triangolo amoroso tra George Harrison, Eric Clapton, suo migliore amico e la modella Pattie Boyd, infatti, ispirò Slowhand nella scrittura di un classico intramontabile della musica moderna, la strabiliante Layla. Sembrerebbe che il chitarrista degli Who, abbia giocato un ruolo chiave nella scelta di Pattie Boyd di lasciare George Harrison per convolare a nozze con Eric Clapton. La sera in cui Pattie cedette alle parole d’amore di Clapton, infatti, Pete Townshend si offrì di distrarre George da quanto stava accadendo, traendo ottimi risultati.

1) Rischiò la vita in un incidente mortale per salvare un amico

Questa storia riguarda, ancora una volta, la profonda amicizia che, da sempre, lega Eric Clapton e Townshend. Durante i giorni più duri di Slowhand, nel corso dei quali, questi soffriva di una fortissima dipendenza da eroina insieme a colei che, al tempo, era la sua fidanzata, Alice Ormsby-Gore, Pete decise di fermare l’agonia dell’amico, spinto da alcuni amici in comune. Così, il chitarrista scelse di sfidare le intemperie a bordo della sua Porsche. Al tempo, però, Pete era caduto nel tunnel dell’alcolismo.

Il chitarrista, quindi, si trovò a sfrecciare nella sua auto sull’asfalto bagnato, mentre era in stato d’ebrezza. La sua auto rischiò lo scontro frontale con due alberi che, sicuramente, gli sarebbe stato fatale. Dopo aver vissuto quest’esperienza mortale e, di cui, avrebbe sicuramente preferito fare a meno; si recò dall’amico al fine di prestargli soccorso. Tempo dopo, Pete organizzò un concerto di beneficenza, coinvolgendo lo stesso Clapton, Ronnie Wood, Steve Winvood e Jim Capaldi dei Traffic; sperando di raggiungere Eric attraverso la musica, spingendolo a risolvere i suoi problemi. Appena dopo lo show, Slowhand decise di entrare in riabilitazione.

 

 

 

 

 

 

 

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