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I 5 album heavy metal più violenti di sempre

L’heavy metal viene considerato come il genere musicale duro per antonomasia. Sono proprio i ritmi incessanti a contrassegnare determinati brani, insieme a momenti ai limiti dell’isteria. Alcuni album sono riusciti a contraddistinguersi per la loro capacità di lasciare segni indelebili per ogni appassionato, senza limitarsi a raggiungere la massima quantità possibile di decibel. Ecco quali sono, secondo noi, i 5 album heavy metal più violenti di sempre, all’insegna di una brutalità senza confini. Ovviamente, quest’ultima non va a discapito della pura qualità.

1. Master Of Reality – Black Sabbath (1971)

Iniziamo da una delle band progenitrici dell’heavy metal. I Black Sabbath hanno iniziato la loro carriera verso la fine degli anni ’60 e si sono fatti notare grazie anche ai suoni pesanti di Master of Reality. Brani come Sweet LeafInto the Void sembrano autentici inviti alla distruzione. La chitarra di Tony Iommi ha incrementato il valore sonoro di ciascuna canzone, con forti tracce di groove. È qui che il gruppo ha raggiunto il massimo della propria potenza scenica.

2. Ace Of Spades – Motörhead (1980)

Proseguiamo con un altro esempio di energia senza confini. Ace Of Spades ha puntato su accordi potenti di chitarra e rimbombi di bassi dalla veemenza straordinaria. Dalle performance meravigliose del batterista Phil Taylor agli assoli di Fast Eddie Clark, senza dimenticare l’impronta rock ‘n’ roll del frontman Lemmy Kilmister, la band era davvero al massimo. In particolare, The Chase is Better Than The Catch è uno dei brani più selvaggi della storia del rock.

3. Reign In Blood – Slayer (1986)

Con gli Slayer ci spostiamo verso il thrash metal. Con Reign In Blood, la band ha saputo riprodurre sonorità nude e crude, mischiando la velocità frenetica del punk hardcore con riff di metal folli. Un disco all’insegna del massimo rancore, arrabbiato dall’inizio alla fine, impreziosito dagli assoli demoniaci di Kerry King e dalle performance con il contrabbasso di Dave Lombardo. Brani come Angel of Death e Piece by Piece sembrano condurre verso gli abissi dell’inferno.

4. And Justice For All – Metallica (1988)

Metallica hanno sconfinato nell’heavy metal soprattutto grazie ad un successo come And Justice For All. Anche senza la presenza ossessiva dei bassi, il disco viene considerato come un vero capolavoro. Blackened ed Eye of the Beholder sembrano strizzare l’occhio al progressive rock, mentre One è senz’altro tra i picchi assoluti della band. Dyers Eve appare come un brano punk hardcore e contribuisce a rendere l’album come un fulgido esempio di pura dissolutezza metal.

5. Vulgar Display Of Power – Pantera (1992)

Concludiamo con uno sconfinamento agli inizi degli anni ’90. Tra i Megadeth e i Metallica, iniziano ad emergere anche i Pantera, direttamente dal Texas. Vulgar Display Of Power è heavy metal senza sosta, l’unico che ha fatto prosperare questo genere nel mainstream. Stupefacenti sono i riff del chitarrista Dimebag Darrell, uniti alle evoluzioni con la batteria del fratello Vinnie Paul. Un brano un po’ più lento come Walk viene impreziosito dalla voce sublime di Phil Anselmo. Nel complesso, un vero must del metal sotto tutti i punti di vista.

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