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Chi ha inventato il primo basso elettrico della storia?

Sebbene venga spesso denigrato, il basso elettrico si rivela uno strumento fondamentale per la riuscita dei brani che hanno fatto la storia. Alcuni musicisti hanno contribuito a rendere iconica la figura di uno strumento che, al di la delle sottovalutazioni; è praticamente indispensabile ai fini tecnici e percettivi della musica in generale. Mostri sacri come Jaco Pastorius, hanno elevato la funzione dello strumento a ben altri livelli; mentre, icone di stile come Flea dei Red Hot Chili Peppers o Paul McCartney dei Beatles, hanno rivestito di nuovo lustro il basso elettrico.

L’introduzione del basso elettrico nella musica contemporanea stravolse totalmente i paradigmi assertivi che si ergevano alla base delle composizioni dei musicisti più in voga nel XX Secolo. Ciò nonostante, la storia del basso, affonda le radici in epoca Barocca. In questo articolo, analizzeremo la storia del basso, dai suoi precursori agli strumenti di concezione più moderna, che continuano ad affascinare migliaia di appassionati di musica in tutto il mondo.

La storia del basso nella Spagna del 1600

Nei primi anni del 1600, in Spagna, fu inventato il primo antenato del basso elettrico, chiamato “guitarron”. Si tratta di un antico strumento acustico che veniva utilizzato nelle performance musicali in Europa. La forma del guitarron lo rendeva uno strumento particolarmente ingombrante. Sia questo che il contrabbasso avevano il grande difetto di occupare uno spazio eccessivo all’interno delle orchestre. La grandezza spropositata di questo tipo di strumenti, rimase invariata per lungo tempo.

La storia del basso elettrico ha, invece, luogo all’alba degli anni ’20 del XX Secolo. Fu in quell’epoca che i musicisti che suonavano nelle orchestre Jazz cominciarono a percepire il forte bisogno di rimpicciolire le dimensioni del loro strumento, per ovvie ragioni di ergonomia. Il musicista George Beauchamp si rese fautore delle prime ricerche in merito. La sua prerogativa, fu quella di dare alla luce una chitarra, le cui basse frequenze potessero essere più marcate, in modo da avere il giusto volume per confrontarsi con gli ensemble musicali dell’epoca. La sua collaborazione con John Dopyera segnò il punto di svolta per la creazione del basso elettrico; attraverso la fondazione della Rickenbacker Guitar And Bass Company.

I primi prototipi vedono la luce

Nel 1924, Lloyd Roar sottopose all’attenzione di Gibson un primo prototipo di basso elettrico. La compagnia, però, rifiutò la proposta, pensando che non potesse soddisfare le esigenze della clientela. Nel 1931, Rickenbacker e Beauchamp divennero soci dell’omonima e celebre azienda che, anni dopo, avrebbe ampiamente contribuito alla rivoluzione sonica del Rock, attraverso modelli di chitarre e bassi scelti dalle star più in voga dell’epoca.

All’alba degli anni ’30, molti primi, rudimentali, esempi di basso elettrico vennero messi in commercio dalle compagnie più disparate, con la promessa di rivoluzionare l’industria musicale. Il primo modello suonabile di basso elettrico venne prodotto a Seattle dalla compagnia Audiovox. Creato da Paul Tutmarc, lo strumento presentava un corpo solido, di dimensioni ampiamente ridotte rispetto alla versione acustica. Nel 1936, Rickenbacker propose una sua versione dello strumento, che si serviva di un pickup a forma di ferro di cavallo per l’amplificazione.

Fender e Gibson fanno la storia del basso elettrico

Gibson giunse nel fervente mondo del basso elettrico nel 1938, rilasciando uno strumento semiacustico nel pieno stile della casa costruttrice di Kalamazoo. Solo nel 1951, alla sempre maggiore domanda dei clienti, Leo Fender rispose mettendo sul mercato il Fender Precision Bass.

Uno strumento dal design unico che è, ancora oggi, la prima scelta di gran parte dei bassisti. Si tratta di uno strumento dalle forme, per l’epoca, compatte e particolarmente all’avanguardia, che si sposava alla perfezione con i nuovi amplificatori appositi di casa Fender. Il Precision Bass presentava un pickup a bobina singola, ma il suo shape compatto, all’epoca, rivoluzionò il modo di fare musica. Mentre Gibson si attivò quasi immediatamente nella risposta a Leo Fender, mettendo sul mercato gli EB-1 ed EB-2, Fender diede vita all’iconico Fender Jazz Bass solo nel 1960.

Le evoluzioni più innovative dei tempi moderni

La storia della musica e, di conseguenza, quella dei suoi fondamentali strumenti, ha più volte dato prova di costante evoluzione. Sebbene, ad oggi, molti musicisti scelgano di rifugiarsi dietro la certezza infusa dagli strumenti che hanno fatto la storia; in molti si lanciano nella bramosa ricerca dell’innovazione.

La storia del basso elettrico si proietta, ancora una volta, verso il futuro attraverso strumenti come Stash, il basso in acciaio inossidabile. Lo strumento presenta un manico tubolare e la totale assenza di legno. A prescindere dalla sua indistruttibilità, il design estremamente futuristico di Stash lo esenta dalle comuni problematiche del legno, quale, ad esempio, l’espansione termica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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