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I 5 brani più sopravvalutati dei Pink Floyd

Siamo sicuri che questa classifica sarà molto discussa e molti fan dei Pink Floyd si arrabbieranno parecchio. A dire il vero non hanno neanche tutti i torti dato che è difficile dire che i Pink Floyd hanno dei pezzi sopravvalutati. Ma si tratta di una classifica molto personale ed è normale che possa non andare bene per qualcuno, ci sta, lo accettiamo. Vediamo allora quali sono i 5 brani più sopravvalutati dei Pink Floyd. Secondo noi è bene iniziare da “Outside the Wall”, tratta dal celebre disco del 1979 The Wall. Di fatto è l’ultima traccia e si tratta di una canzone un po’ troppo soft, nonostante il testo sia assolutamente degno di nota. Forse l’essere riprodotta come ultima non aiuta molto questo pezzo ed è quindi un po’ sopravvalutato.

The Final Cut

Non ci riferiamo al disco intero, ma al singolo pezzo. L’album tratta degli effetti della guerra delle Falkland durante la seconda guerra mondiale. Il disco è bello, davvero, l’ultimo esempio di grandezza creativa di Roger Waters nei Pink Floyd. Ma la canzone omonima forse non è un granché. Forse a causa di una eccessiva dose di arroganza nel brano, in cui Roger Waters sembra quasi slegarsi dalla storia che sta raccontando. Il testo sembra un po’ troppo pretenzioso e secondo noi non è così bello come l’interezza del disco. Forse, di fatto, è il brano più debole di tutti, almeno di questo disco.

Sorrow

Ci troviamo nel disco A Momentary Lapse of Reason del 1987. Nonostante il disco venga considerato un parziale passo falso per la band orfana ormai di Roger Waters, non si tratta di un album da buttare. La canzone però è molto sopravvalutata e la presenza del sintetizzatore (presente già in altri pezzi ma non così tanto come in questa canzone) non aiuta per niente. Forse è un pezzo debole, forse in questo brano non c’è quella scintilla creativa artistica che David Gilmour ha sempre avuto. La lunghezza del brano, quasi 9 minuti, non aiuta per nulla, nonostante spesso i Pink Floyd avessero beneficiato positivamente di pezzi lunghi e complessi.

See Emily Play

Siamo nel 1967. Syd Barrett era ancora tra di noi, prima della sua fuoriuscita dalla band. Sicuramente molti fan dei primi dischi del gruppo e dei primi lavori dei Pink Floyd ci staranno odiando, ma forse See Emily Play non è un così grande capolavoro. Certo va premiata la fusione di stili particolari e dal forte impianto psichedelico, ma il pezzo secondo noi non va molto oltre questi suddetti elementi. Ci dispiace, nonostante non sia certamente il pezzo più brutto o più sopravvalutato di Syd Barrett o dei Pink Floyd.

Have a Cigar

Gilmour è bravo in questo pezzo, il ritornello è senz’altro epico. Forse è pure uno dei pezzi più toccanti della discografia in studio dei Pink Floyd. Però non riesce a raggiungere minimamente la grandezza di Wish You Were Here o di Shine on Your Crazy Diamond. Purtroppo, o per fortuna, la colpa non è del brano stesso, ma della bellezza degli altri pezzi. Questi erano secondo noi i 5 brani più sottovalutati dei Pink Floyd.

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