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Le 5 canzoni più sopravvalutate dei Led Zeppelin

Quali sono le 5 canzoni più sopravvalutate dei Led Zeppelin? Anche qui si tratta di una classifica molto personale e a suo modo veramente difficile da fare. Premesso il fatto che i Led Zeppelin sono una delle più importanti brand rock della storia della musica e hanno scritto canzoni leggendarie, hanno fatto anche qualche pezzo non eccezionale. Ne abbiamo scelti, a gran malincuore, 5. Uno tra questi è Moby Dick del 1969. Vi sembrerà strano perché tutti sicuramente ricorderanno l’assolo di John Bonham nel pezzo. Ecco, il problema secondo noi è nel brano di veramente rilevante c’è solo quello, purtroppo. Gli altri strumenti, riff vari e sezioni non raggiungono la grandezza della batteria di Bonzo.

Royal Orleans del 1976

La canzone sembra proprio parlare del bassista John Paul Jones che dà fuoco all’Hotel Royal Orleans di New Orleans dopo essersi rollato uno spinello. Il protagonista del pezzo, il bassista dei Led Zeppelin, si trova nella sua stanza d’albergo con un’amica (una specie di drag queen o di travestito) di nome Stephanie e il Nostro ricorda di essersi addormentato. Il tentativo della band di mettere insieme diversi riff di Jimmy Page (buoni ma un po’ scarichi) non è andato per il verso giusto. Non si tratta di un pezzo così brutto, ma neanche così bello, forse un po’ troppo sopravvalutato per la storia che c’è dietro questa canzone.

Walter’s Walk del 1982

C’è qualche dibattito sul fatto che la voce di questa canzone di Coda sia stata registrata insieme alla musica e all’arrangiamento. In effetti tutto questo potrebbe spiegare perché la melodia e in generale tutto il brano manca di coesione interna e sembra un po’ slegato. La canzone in questione si snoda e si sviluppa senza un vero scopo, le varie parti non riescono a incastrarsi in maniera giusta e coerente. Molti ritengono che questo brano sia uno dei pochi a salvarsi nell’album postumo Coda, ma secondo noi non è questo granché.

Hots On For Nowhere del 1976

Il brano nacque come un insieme di sessioni vocali di Robert Plant sul modo in cui il chitarrista Jimmy Page e il manager degli Zeppelin Peter Grant lo trattavano, ovvero benissimo. “Ho amici che mi daranno un cazzo di tutto”, dice proprio Plant nel brano. E forse è proprio il testo che non funziona. Ma a dire il vero anche l’arrangiamento non aiuta granché. Ci sono diversi riff nel brano e l’impronta più groove funk non riesce a velocizzare molto il brano il quale si dimostra inutilmente lungo. Forse Presence non è il miglior disco dei Led Zeppelin (come non è neanche il peggiore) e questo brano sicuramente non aiuta.

For Your Life del 1976

Ce la prendiamo sempre con il disco Presence. La seconda traccia dell’album For Your Life inizia con un riff ottimo dal groove molto convincente. Ma la melodia non raggiunge mai il livello del riff e sembra arrancare. moltissimo. Il testo scritto da Robert Plant è diretto a una donna la cui dipendenza alla cocaina sta andando fuori controllo, ed è un racconto a dire il vero interessante. Ma non è abbastanza per salvare la canzone dalla mediocrità. Queste erano le 5 canzoni più sopravvalutate dei Led Zeppelin.

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