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Led Zeppelin: ecco qual è l’album più metal della band

I Led Zeppelin sono una delle band più importanti nella storia della musica rock. La loro importanza a livello di suono è stata quella di essere tra i gruppi ad introdurre per primi un suono più duro, tanto da essere appunto tra i primi ad essere incasellati tra le band hard rock. Come affermato da Geezer Butler, bassista dei Black Sabbath: “Gli Zeppelin hanno aperto la strada per noi, erano la cosa più pesante prima del nostro avvento. Hanno iniziato il genere.”. In ogni album, malgrado siano presenti sia pezzi sperimentali che ballate, non mancano mai pezzi più hard.

Led Zeppelin: i loro esordi

Sin dal primo album erano presenti pezzi che anticipavano in qualche forma il metto, come “Dazed and Confused” o “Comunication Breakdown”. Proseguendo con Led Zeppelin II di certo la band non andò alleggerendosi, così come negli album successivi. Senza dubitò è con “Presence”, il disco che non conteneva quasi nessuna delle tastiere e degli stili acustici degli altri album, Zeppelin ha avuto il suo momento più metal. Uscì nel 1975, quando la band aveva già consegnato brani storici come “Stairrway To Heaven” o “Kashmir”.

Led Zeppelin: “Presence” e “Achilles Last Stand”

Una delle particolarità di “Presence” è che non si trova John Paul Jones alle tastiere. Inoltre anche Jimmy Page, che insieme a Robert Plant ha scritto la maggior parte delle canzoni, ha per lo più tenuto le sue chitarre acustiche ben chiuse nelle loro custodie. Erano infatti presenti canzoni dal suono molto duro come “Achilles Last Stand” e “Nobody’s Fault But Mine”. La prima ddi queste due canzoni già dal titolo prometteva bene, con un guerriero leggendario che non lascia mai il campo prima di sconfiggere tutti is suoi nemici. Un vero è proprio attacco full metal.

Tra il basso pesante di Jones, il riff schiacciante di Page e il fragore della batteria di John Bonham, non c’era dubbio che “Achilles Last Stand“ fosse metal. La voce di Plant è l’unica cosa che potresti descrivere come sommessa qui, ma alla fine anche lui si uniforma al resto della band.

“Nobody’s Fault But Mine”

Poi ci fu l’assalto sfrenato di “Nobody’s Fault But Mine”. Su questa melodia, Plant si unisce alla festa in grande stile con lamenti a tutto volume e una sinistra parte di armonica. La feroce batteria di Bonham su questi brani ha fortemente influenzato batteristi come Lars Ulrich dei Metallica, per esempio in brani come “One”.  I Led Zeppelin non sono diventati interamente metal per un motivo: consideravano la loro musica molto più grande di così e non hanno mai voluto pensare unidimensionalmente.

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