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Fabrizio De André, La storia di Se ti tagliassero a pezzetti

Le canzoni di Fabrizio De André sono tra le più importanti della storia musicale nostrana. La maestria con la quale il cantautore genovese ha concepito soprattutto i suoi testi, lo ha fatto definire poeta. Sono tantissime le canzoni divenute popolarissime malgrado significati a volte ostici, poiché l’immediatezza del linguaggio ed il talento compositivo dell’autore hanno colpito anche i profani. Nei suoi testi, De André ha sempre scritto ciò che voleva senza curarsi troppo della censura, che però spesso ha influito sulla sua carriera e sulle sue composizioni. Ciò in quanto all’epoca era anche più incisiva, come ben sappiamo. Oggi parliamo di Se ti tagliassero a pezzetti, una bellissima canzone considerata d’amore, ma di fatto un inno alla libertà. È anche uno dei brani che ha subito proprio l’influenza della censura.

L’album Fabrizio De André

La particolarità di questo brano è che è inserito nell’album che Faber incise per ripagare il padre dell’ingente somma di denaro che dovette spendere per il riscatto pagato quando lui e la moglie vennero rapiti. Allora, sicuramente tutte le canzoni di questo disco hanno un’anima particolare. Si chiamò come il nome del cantautore ed uscì nel 1981. In realtà tutti vi si riferiscono come L’Indiano, visto che la copertina illustra appunto un indiano d’America e tutto il disco si basa sul paragone tra sardi e pellerossa. Tra i pezzi più famosi ricordiamo Hotel Supramonte, che parla proprio dell’esperienza del rapimento.

E se vai all’Hotel Supramonte e guardi il cielo
Tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo
E una lettera vera di notte falsa di giorno
E poi scuse, e accuse e scuse, senza ritorno
E ora viaggi, ridi, vivi o sei perduta
Col suo ordine discreto dentro il cuore
Ma dove, dov’è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore
Ma dove è finito il tuo amore.

Se ti tagliassero a pezzetti

Se ti tagliassero a pezzetti
il vento li raccoglierebbe
il regno dei ragni cucirebbe la pelle
e la luna tesserebbe i capelli e il viso
e il polline di Dio
di Dio il sorriso.

I testi dell’album sono scritti con Massimo Bubola, con cui già De André aveva collaborato. In particolare il testo di Se ti tagliassero a pezzetti è suo. Per quanto concerne il significato, il tema principale si pensa essere l’amore, ma in realtà Faber si rivolge alla libertà. Quest’inno ad essere liberi subì anche una importante censura: nel ritornello Faber durante i concerti diceva E adesso aspetterò domani per avere nostalgia, signora libertà, signorina anarchiaIn studio, invece anarchia venne sostituito con fantasia. Anche nel memorabile incipit che sopra abbiamo riportato, in realtà originariamente sarebbe scritto di un dio, generico quindi, anziché di Dio con riferimento preciso al Dio cristiano.

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