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Lucio Battisti, i suoi 5 album più sottovalutati

Lucio Battisti rappresenta un’identità musicale incredibilmente apprezzata da tutti coloro che amano un certo modo di fare e di pensare la musica italiana. Per quanti cambiamenti ci siano stati nella carriera di Battisti, non è semplice identificare lo stesso cantante e cantautore all’interno di un solo genere o, più nello specifico, di un solo modo di concepire la musica e i suoi testi. I grandi successi sono avvenuti principalmente nella prima parte della sua vita, data la collaborazione con uno dei parolieri più celebri di sempre, Mogol, ma anche gli album realizzati successivamente non sono certamente di minore importanza, per quanto non abbiano ottenuto tutto il successo sperato. Vogliamo parlare proprio di questi album, che per quanto siano meritevoli e ricchi di qualità e talento, non hanno ottenuto grande successo, dal momento che sono effettivamente sottovalutati.

Anima Latina

Il primo tra gli album più sottovalutati i Lucio Battisti non poteva che essere Anima latina, il nonno disco in studio pubblicato dal cantante, cantautore, arrangiatore e compositore nel dicembre del 1974. Tutti sanno che Anima latina, per quanto sia una delle espressioni migliori della musica italiana, oltre che di una sperimentazione artistica che porta l’album stesso ad affacciarsi a rock psichedelico, rock progressivo e rock sperimentale, non abbia goduto di grandissimo successo, soprattutto perché è messo in paragone con le precedenti pubblicazioni avvenute con Mogol. Lo stesso Battisti definì l’album come un’operazione culturale, un esperimento che sarebbe restato tale nel corso della sua carriera. Eppure, il disco in questione è di grandissimo livello, con molta probabilità una delle espressioni migliori di Lucio Battisti nella sua carriera.

Don Giovanni

Secondo tra gli album più sottovalutati di Lucio Battisti è Don Giovanni, il quindicesimo disco in studio del cantante e cantautore italiano pubblicato nel marzo del 1986. Si tratta del primo degli album che sono definibili del Periodo Bianco, grazie all’utilizzo dei testi del paroliere Pasquale Panella, che caratterizzerà l’ultima fase della carriera di Lucio Battisti, segnata da testi non sempre comprensibili e ricchi di sonorità sperimentali ed elettroniche, dettate anche dal ritorno di archi e sassofoni che dominano all’interno del disco.

L’album in questione non ha ottenuto un grandissimo successo se non nel primo periodo di pubblicazione, con la vendita di 250000 copie nel primo mese. Negli anni successivi, la rivalutazione dei testi di Mogol ebbe più successo dell’anticonvenzionalità di quest’album, così come dei successivi, che furono sempre più sottovalutati.

E già

Terzo tra gli album più sottovalutati di Lucio Battisti è E già, quindicesimo album in studio pubblicato 3 anni prima del sopraccitato Don Giovanni. Si tratta di un album che non ha ottenuto successo, nonostante una sperimentazione new wave e synth pop che domina all’interno del disco, realizzato in collaborazione di Grazia Letizia Veronese, in arte Valezia, moglie di Lucio Battisti. Si tratta del disco della svolta di Lucio Battisti, inizio di una fase sperimentale che poi porterà alla realizzazione dei famosi album del Periodo Bianco non sempre compresi e apprezzati da tutti i fan dello stesso, che non riusciranno, nella maggior parte dei casi, ad assimilare quel separatismo artistico che sarà causa di una nuova condotta sperimentale dello stesso cantante.

Hegel

Non potevamo non includere, all’interno della nostra classifica relativa gli album più sottovalutati di Lucio Battisti, Hegel, il ventesimo e ultimo album pubblicato il 29 settembre del 1994, prima di un lungo silenzio discografico e mediatico che interesserà molto le vicende artistiche italiane. Si tratta del quinto album realizzato in collaborazione con Pasquale Panella, intitolato al celebre filosofo tedesco che dà anima all’album, all’interno del quale i temi dell’estetica e della vita del filosofo idealista sono ben presenti.

Si tratta di un disco all’interno del quale la comprensibilità dei brani e dei testi risulta essere molto difficile, per quanto la bellezza di questo stesso album non possa essere assolutamente negata. Inutile negare che, ovviamente, il successo per un prodotto di questo tipo non ci fu assolutamente.

Images

Chiudiamo questa nostra classifica con Images, dodicesimo album in studio di Lucio Battisti pubblicato nell’agosto del 1977 negli Stati Uniti e un mese dopo in Italia. Si tratta di un prodotto che è stato realizzato, sia per quanto riguarda incisioni, sia per quel che concerne la realizzazione di brani in inglese, per il mercato americano, che non apprezzò particolarmente il disco ritenendolo come un vero e proprio fiasco mediatico all’italiana.

In effetti, lo stile musicale e sperimentale dei brani unito all’accento e alla cadenza troppo marcata di Lucio Battisti furono soltanto alcune delle cause di un mancato gradimento del mercato statunitense, che aveva ben altri gusti e soprattutto altre espressioni artistiche da guardare. L’album ottenne soltanto la 59esima posizione in Italia nel 1977. Il successo fu così tanto scarso che l’album venne ritirato dal mercato poco dopo la sua uscita, guadagnando un valore collezionistico soltanto qualche decennio dopo.

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