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Lucio Battisti: quando conquistò gli USA

Lucio Battisti è riconosciuto dalla quasi totalità dei critici musicali come uno tra i più grandi cantanti e compositori della storia della musica leggera italiana. Moltissimi dei suoi album hanno raggiunto to la vetta delle classifiche nazionali, con alcuni diventati addirittura i dichi più venduti dell’anno. A differenza di altri artisti musicali dello stivale, che raccolgo enorme successo nel paese natale, ma non all’estero, Battisti è riuscito a conquistare un mercato ostico come quello degli Stati Uniti d’America,

Lucio Battisti e l’assalto agli Stati Uniti

A ben vedere Lucio Battisti era effettivamente il cantante italiano le cui sonorità, soprattutto nella decade degli anni ’70, più si avvicinavano a quelle del paese a stelle e strisce. Per questo l’etichetta RCA decise di tentare di lanciare Lucio alla conquista del nuovo mondo. Il progetto prevedeva di adattare brani in lingua italiana come “Amarsi un po’” o “Il mio canto libero”, in lingua inglese. Inizialmente questo compito fu affidato a Marva Jan Marrow, per poi fininre sotto il controllo di Peter Powell quando Mogol decise che i testi sarebbero stati più vicini a quelli originali. Questo lavoro però risultò troppo complicato, optando dunque per una terza traduzione.

Lucio Battisti, “Images”

Venne così pubblicato nell’agosto 1977 in USA ed il mese successivo in Italia l’album “Images”. La reazione degli americani non si fece attendere, passando i brani in radio, consentendo ai brani contenuti dell’album di raggiungere il loro apice quando “To Feel In Love”, la versione in inglese di “Amarsi un po’”, arrivò al secondo posto in classifica. Dato il successo riscosso venne organizzato un tour negli Stati Uniti, che Lucio Battisti bene con piacere, malgrado fosse solitamente piuttosto restio ad apparire dal vivo.

“Friends” e “Gray Days”

Orami il pubblico americano aveva imparato ad amare Lucio Battisti. In pochi mesi venne così registrato un secondo album in lingua inglese, intitolato “Friends”. L’album arrivò primo in classifica, con due singoli, “I Think Of You” e “Baby It’s You”, a fare il loro in gesso nella top ten. Fu così che David Bowie si propose come direttore artistico del terzo album, dando vita a “Gray Days”.

Il rapporto con la patria

Il pubblico italiano rimase momentaneamente orfano di un grande cantante. Probabilmente sentendosi addirittura traditi molti ascoltatori ai suoi primi concerti tenuti al ritorno in Italia lo coprirono di fischi. Questo clima piuttosto teso portò gli organizzatori del tour a determinarne la conclusione dopo sole tre date. Evidentemente però il pubblico nostrano ha saputo perdonarlo, dato che ancora ad oggi è tra i cantanti più amati nel nostro paese.

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