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Quella volta che il New York Times paragonò Lucio Battisti a Bob Dylan

Quando il New York Times -uno dei quotidiani più famosi al mondo- decise di omaggiare l’iconico Lucio Battisti, uno dei più grandi cantautori della storia della musica italiana, usò termine di paragone un po’ azzardato, ma rivelatosi col tempo estremamente pertinente: Bob Dylan.

Quella volta che il New York Times paragonò Lucio Battisti a Bob Dylan

Il noto quotidiano statunitense in quell’occasione scrisse: “Lucio Battisti: uno dei più noti cantautori del pop italiano, la voce degli italiani alla fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni settanta. Paragonabile a Bob Dylan e non per l’impegno politico, ma per aver definito un’era.” Soffermandosi sui suoi primi passi verso la musica, aggiunse: “Battisti ad inizio carriera aveva perfino scritto brani per noti cantautori americani come Gene Pitney e gli Hollies”.

Morto a Milano il 9 settembre del 1998, Lucio Battisti è stato uno dei più grandi, influenti ed innovativi cantautori che la musica italiana abbia mai conosciuto. I suoi testi, le sue melodie e la sua incredibile voce, cominciarono presto ad essere riconosciuti in tutto il mondo. In Inghilterra, a Liverpool per la precisione, i Beatles erano così entusiasti dei lavori di Battisti che offrirono a Mogol (amico e socio del cantautore di Poggio Bustone) milioni di euro per introdurlo nel mercato musicale gestito da loro.

Le più grandi influenze del cantautore di Poggio Bustone

Mogol infatti poco tempo dopo rivelò: “Forse a qualcuno sfugge il fatto che Sir Paul McCartney abbia quasi tutti i dischi di Lucio Battisti. Gli agenti dei Beatles promisero che avrebbero investito milioni di dollari su di lui, ma rifiutammo. Volevano il 25 per cento del totale e a noi sembrava davvero esagerato.”

Non è un caso, quindi, che Battisti sia spesso associato al genere rock. L’iconica voce di “29 settembre” era infatti un patito dei Fab Four, gei Genesis, dei Rolling Stones, dei Led Zeppelin e di Bob Dylan appunto. E, stando sempre alle parole d Mogol, ‘Lucio Battisti tra le tante cose aveva anche un profondo animo rock’.

Il binomio Lucio Battisti-Bob Dylan, quindi, non è per niente casuale. Se volete un’altra conferma di quello che stiamo dicendo allora andate a leggere il testo del brano ‘Registrazione’, in cui il cantautore italiano ammette di aver imparato ‘a dire ciò che gli pare‘ proprio da Bob Dylan:

 

“Ho sempre amato Jagger e gli Stones

I Beatles un po’ meno insieme ai Beach Boys

Forse perché hanno il nome che comincia per B

Da Paul McCartney ho imparato a cantare

Da Ray Charles ad emozionare

Da Dylan a dire quello che mi pare”

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