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Cinque copertine di album che possono essere considerate opere d’arte

L’abbiamo detto e specificato in più occasioni, parlando del successo di album e, soprattutto, dei motivi che si trovano alla base di un atteggiamento mediatico positivo nei confronti di un prodotto discografico. Una copertina è un elemento incredibilmente fondamentale per il successo di un album, sia perché può essere in grado di comunicare un atteggiamento o un ambito specifico, sia perché può mostrare degli elementi che portano il disco assemblare attrattivo, prima ancora che questa stessa sia ascoltato. Non dilungandoci in inutili anticipazioni di cui vogliamo parlare, vi indichiamo le 5 migliori copertine rock che possono essere considerate delle vere e proprie opere d’arte, facendo a meno di indicare copertine che, effettivamente, risultano essere proprie della mano di un artista conosciuto, come Andy Warhol o Storm Thorgerson, che hanno realizzato alcuni degli esempi più emblematici della storia del rock.

Deep Purple In Rock

La prima tra le copertine rock che possono essere considerate delle vere e proprie opere d’arte è, senza dubbio, la copertina di Deep Purple in Rock, album del 1970. Consideriamo artistica una realizzazione di questo tipo non soltanto per l’immagine iconica dei membri dei Deep Purple che sostituiscono i volti presenti nella roccia del Monte Rushmore, ma anche e soprattutto per quella atteggiamento di sfida e provocazione che la band di Smoke on the Water è stata in grado di realizzare, nei confronti di una cultura americana che risulta essere particolarmente conservatrice e patriottica rispetto ad alcune delle sue bellezze, che siano naturali o artistiche.

Unknown Pleasures

Parliamo di un tipo di arte che certamente non piace a tutti, ma che può essere ad ogni modo considerabile come tale. Unknown Pleasures è l’album di debutto dei Joy Division, pubblicato il 15 giugno del 1979 e considerato come uno dei dischi più influenti e rappresentativi che si siano mai distinti nell’ambito della musica rock. La copertina dell’album risulta essere parte di questo stesso atteggiamento di iconicità. Realizzata dal grafico Peter Saville, l’immagine è tratta dal libro The Cambridge Encyclopedia of Astronomy, e rappresenta una serie di pulsazioni elettromagnetiche che sono prodotte da una Pulsar chiamata CP 1919.

American Idiot

Torna, ancora una volta, l’atteggiamento provocatorio e di sfida che, unito alla capacità di realizzare un’immagine iconica e degna della tradizione di Banksy, permea all’interno del disco American Idiot, capolavoro dei Green Day e maggior successo della band punk statunitense. La copertina del disco può considerarsi come una vera e propria opera d’arte, data la presenza di una mano che stringe un cuore sanguinante che reca, neanche troppo celate, le zigrinature e la linguetta di una bomba, al rappresentazione di quel messaggio polemico che la band ha voluto trasmettere all’interno del disco in questione.

I’m with you

La copertina del decimo album in studio dei Red Hot Chili Peppers, pubblicato il 26 agosto del 2011, potrebbe sembrare come una vera e propria provocazione di chi scrive, data la presenza, all’interno di questa immagine, di due elementi che risultano essere non soltanto preponderanti, ma anche esclusivi. Parliamo di una pillola e di una mosca che la sovrasta, che dominano l’immagine su uno sfondo bianco. Si tratta di un’immagine geniale, che ha una caratura artistica ben più importante di qualsiasi altro tipo di rappresentazione pensata in termini grafici o fotografici. Un’immagine di grandissimo valore, che sottolinea tutta la natura prettamente artistica della band statunitense e che si basa su una realizzazione dell’artista contemporaneo Damien Hirst.

Physical Graffiti

Chiudiamo questa nostra classifica con la copertina di Physical Graffiti, che si candida senza dubbio tra le migliori copertine rock che possono essere considerate come opere d’arte. L’immagine rappresenta un palazzo situato al 96-98 di St. Mark’s Street a East Village, New York, e – servendosi della tecnica della fustellatura – rivela i suoi contenuti attraverso una tecnica usata già in passato dalla band.

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