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I 5 migliori batteristi hard rock degli anni ’90

Negli anni ’90, l’hard rock ha trovato nuovo impulso grazie a musicisti di primissima categoria e nuovi groove in grado di far saltellare il pubblico. In buona parte delle band rock, i batteristi vengono considerati come coloro che catturano una minore attenzione da parte di coloro che assistono ai vari concerti. Nulla di più sbagliato, considerando che molti di questi percussionisti sono stati in grado di riscrivere la storia della musica grazie ad un talento smisurato e ad un carisma che nulla ha da invidiare rispetto a quello dei rispettivi frontman.

Vi mostriamo, di seguito, quelli che secondo la nostra redazione sono i 5 migliori batteristi hard rock degli anni ’90, anche se in questo campo c’era solo l’imbarazzo della scelta.

Chad Smith – Red Hot Chili Peppers

Iniziamo subito da un massimo esponente dell’hard rock, nonostante i suoi Red Hot Chili Peppers siano emersi soprattutto per la loro impronta funk. Nel vasto panorama dei batteristi di settore, Chad Smith era dotato di un groove naturale di primissima categoria, capace di dare forma a brani di mille tipologie. Un chiaro esempio fu proprio la semplicità di Under the Bridge, il primo grande successo dei RHCP con solo una levetta incrociata e un charlestone come percussioni. Qualsiasi sia il tipo di suono, Smith è sempre a suo agio.

Mike Portnoy – Dream Theater

Mike Portnoy è sicuramente uno dei massimi batteristi nell’ambito del progressive rock. Viene considerato come un musicista moderno, pronto ad adattarsi ad ogni tipo di genere. Dalle jam funk al brani metal di oltre 8 minuti, passando per i groove in stile Led Zeppelin, Portnoy dimostra sempre qualità fuori dal comune. Non a caso, diversi esponenti dell’hard rock lo hanno scelto come collaboratore, dai Twisted Sister agli Avenged Sevenfold. Pura classe.

Dave Grohl – Nirvana

Certo, forse Dave Grohl non è il miglior batterista hard rock in senso assoluto, e lo ha ammesso lui stesso a più riprese. Tuttavia, senza il suo apporto, i Nirvana non sarebbero stati così acclamati dal pubblico. In un successo assoluto come Smells Like Teen Spirit, è proprio il ritmo segnato da Grohl a far impazzire la gente. La sua personalità lo ha reso poi leader dei Foo Fighters, oltre ad una capacità di adattare la sua batteria ad ogni tipo di contesto. E senza alcun bisogno di strafare.

Danny Carey – Tool

Nel corso degli anni, Danny Carey è stato capace di segnare il progressive rock grazie ad alcuni assoli di batteria davvero straordinari. Contribuì a far crescere i Tool grazie alla sua classe, intrecciando i riff di Adam JonesJustin Chancellor con notevole maestria. È un batterista in grado di far sembrare ogni gesto tecnico estremamente semplice, che si tratti di una sessione in tre tempi con chiavi diverse o dell’aggiunta di una battuta.

Vinnie Paul – Pantera

Concludiamo con uno dei batteristi più sorprendenti dei primi anni ’90. In un’epoca contrassegnata dall’esplosione del thrash metal grazie ai Metallica, l’hair metal stava lasciando spazio al grunge. In un simile panorama, i Pantera emergevano con l’aiuto della potenza musicale del chitarrista Dimebag Darrell e della classe del batterista Vinnie Paul. Riusciva a creare ritmi pesanti, ma estremamente contagiosi anche per chi non amava il metal.

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