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Coronavirus, bassa trasmissione in concerti al chiuso secondo uno studio tedesco

La pandemia dovuta al contagio da Coronavirus ha messo a serio repentaglio anche la musica mondiale. La maggior parte dei concerti del 2020 è stata sospesa e rinviata, con numerosi eventi che sono stati rimossi dalla loro data originaria. Dalla Germania, tuttavia, arrivano buone notizie in questo senso, con la speranza di poter avere un’inversione di tendenza nel corso dei prossimi mesi. Ovviamente, è necessario rispettare le principali misure di sicurezza per risultati più soddisfacenti.

Lo studio tedesco sui contagi durante le esibizioni al chiuso

A questo punto, diamo un’occhiata allo studio tedesco che ha analizzato la circolazione e la trasmissione del Coronavirus durante i concerti al chiuso. Gli studiosi dell’Università di Halle hanno fatto riunire 1500 persone in occasione di un concerto del cantautore Tim Bendzko, presso la città di Lipsia. A ciascuno dei fan sono stati attribuiti diversi accessori essenziali, come il gel per le mani e le mascherine respiratorie. Inoltre, hanno ricevuto dei trasmettitori contact tracker, che servono per verificare il livello e la distanza di contatto tra coloro che hanno preso parte all’esperimento. Il risultato di questo studio è stato abbastanza confortante, come vedremo di seguito.

I tre scenari contemplati dagli studi

La CNN ha riportato la simulazione di tre possibili scenari. Il primo raffigurava un qualsiasi concerto antecedente all’emergenza Coronavirus, il secondo un evento nel corso della pandemia e un terzo con quantità di spettatori non al massimo. Secondo le varie ricerche, la differenza coincide con tre elementi: il rispetto delle norme igieniche, la limitazione della capacità complessiva e un buon livello di ventilazione nella sala. Se si verificano queste tre condizioni, il rischio di essere contagiati viene ridotto al minimo.

Lo scienziato Dr. Michael Gekle ha confermato tale tesi: “Non ci sono motivazioni per non tenere un concerto del genere, nel quale il rischio di contrarre il virus è estremamente limitato”. La ventilazione era garantita grazie ad una sequenza di ugelli situati in corrispondenza del tetto del locale. Questi ultimi hanno diffuso l’aria fresca all’interno dell’arena, soprattutto verso le file più alte.

L’importanza assoluta della ventilazione e del distanziamento

L’importanza della ventilazione è quindi enorme per fare in modo che il rischio di essere contagiati dal Covid sia sempre più basso. Il ricambio d’aria farebbe in modo che la densità di qualsiasi virus all’interno degli aerosol risulti molto più bassa, senza dimenticare il ruolo del distanziamento fisico che ha ridotto ulteriormente l’esposizione agli agenti. “Non ci aspettavamo che la ventilazione fosse così importante”, ha concluso il dottor Gekle.

Al tempo stesso, è stato rilevato che il contatto prolungato è stato incrementato in corrispondenza delle pause tra le varie performance e nel momento in cui gli spettatori sono entrati nella sala. Tuttavia, il professore dell’Università di Cambridge Paul Linden ha parlato di alcuni fattori non tenuti in considerazione, come la turbolenza del calore interno e quello che circola tra il pubblico. Di conseguenza, rilevare con precisione il flusso d’aria e la minore ventilazione è apparso piuttosto complicato.

I risultati ancora da accertare sul Coronavirus

A tutto ciò, bisogna aggiungere la raccomandazione da parte degli esperti di organizzare pause per il ristoro da seduti. Ad ogni modo, numerosi studiosi nutrono profondi dubbi riguardo ai risultati e sottolineano quanto servano altri test prima di muoversi in qualsiasi direzione, dato che altri ricercatori si stanno già dando da fare per lavori simili. Ancora non si sa quando gli spettacoli dal vivo potranno tornare normali dopo la pandemia di Coronavirus, ma nei prossimi mesi ne sapremo senz’altro di più.

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