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Michael Jackson, i segreti dell’ultimo album postumo del Re del Pop

Era il lontano mese di agosto del 2014 e Fred Jerkins III aveva annunciato che era in programmazione un nuovo album di inediti di Michael Jackson. E voi vi chiederete sicuramente chi diavolo è costui. Si tratta di un ex collaboratore del Re del Pop e suo produttore. A quanto pare il Nostro caro amatissimo (e anche odiato da alcuni) Re del Pop aveva fatto una lunghissima serie di pezzi inediti mai pubblicati prima. Non si capì immediatamente si trattasse di alcuni brani demo o di canzoni fatte e finite ma non restava che aspettare l’uscita del disco. In effetti una prima parte di canzone comparve in uno spot pubblicitario per uno smartphone della Sony. Ma quali sono i segreti dell’ultimo album postumo del Re del Pop?

Post “Michael”

Ecco che allora, il 31 marzo del 2014, venne annunciato che il nuovo disco del Re del Pop sarebbe uscito il 13 maggio del 2014. Ma dovete sapere che in realtà non si tratta del primo album postumo di Michael Jackson, bensì del secondo album di inediti postumo (non abbiamo considerato le raccolte). Il disco precedente era infatti Michael, uscito nel 2010 e composto da brani inediti e non riarrangiati in fretta e furia. Nonostante Michael vendette moltissimo all’epoca non venne apprezzato dai fan, per niente, i quali denunciarono la casa discografica di volersi approfittare della morte di Michael Jackson per spingere il disco. E avevano ragione? Diciamo che tutti i torti non ce l’avevano.

Il titolo del disco

Ma allora quali sono i segreti dell’ultimo album postumo del Re del Pop? Andiamo con calma, dobbiamo partire dal titolo del disco, ovvero Xscape. Ma perché un titolo del genere? Il titolo ha origine dal nome di un pezzo di Michael Jackson realizzato per il disco Invincible e che non venne mai incluso nel disco in questione. E questo pezzo si chiamava, era ovvio, proprio Xscape e non si capì mai davvero perché quel pezzo non venne mai inserito in Invincible. Forse non piaceva troppo al Re del Pop, forse era un pezzo di troppo, forse non era sufficientemente valido e coerente con il resto del disco.

Contemporaneo ma…

Ma Xscape fa schifo come quasi tutto il resto degli album postumi di ogni artista? A dire il vero, sì e no. Indubbiamente c’è un tentativo di essere moderno e contemporaneo, peccato che questa spinta di modernità non venga data da Michael Jackson. Il disco infatti è pieno di riarrangiamenti eseguiti da vari producer tra cui Darkchild, Stargate, J-Rock e Timbaland. Lo scopo era quello di mantenere l’essenza musicale del Re del Pop facendosi in qualche modo aiutare a essere contemporanei con la presenza di alcuni dei migliori producer. La produzione artistica decise pure di realizzare un ologramma di Michael Jackson e fargli cantare ai Billboard Music Award 2014 Slave to the Rhythm, pezzo tratto da Xscape.

Un altro album inedito?

Inutile dire che Michael Jackson con sto disco non c’entra granché. Ma forse esiste un altro disco che contiene degli inediti veri di MJ. Peccato che sia stato venduto attorno al milione di dollari a una asta nel 2017. C’è un però, il fortunato non ha alcun diritto sui brani e quindi può ascoltare le canzoni senza divulgare.

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