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I migliori brani strumentali di tutti i tempi

Molto spesso si crede, erroneamente, che una canzone per essere di grande successo debba prevedere anche una parte vocale, che dimostri l’atteggiamento di un cantante e tutte le determinazioni vocaliche di questo stesso. In realtà, anche se in casi che risultano essere piuttosto rari rispetto alla maggior parte delle canzoni che hanno fatto la storia della musica, anche brani strumentali hanno ottenuto grande successo, e sono stati considerati come i migliori in tal senso. Vogliamo sottolineare alcuni di questi stessi, parlando di quelli che possono essere considerati come i migliori brani strumentali di tutti i tempi, tracce di grandissimo valore che ancora oggi vengono continuamente ascoltate e amate dai fan e non solo.

Eruption dei Van Halen

Il primo tra i migliori brani strumentali di tutti i tempi è, senza dubbio, Eruption. La canzone, che ha una durata di un minuto e 42 secondi e che è stata pubblicata il 10 febbraio del 1978 all’interno di Van Halen, il primo album in studio dell’omonima band olandese, è stato composto da Eddie Van Halen, celebre e compianto chitarrista dei Van Halen. Si tratta, secondo la critica, di uno dei migliori assoli di chitarra di tutti i tempi, nonché di una delle canzoni che maggiormente ha avuto successo nell’ambito dell’album in questione e della discografia della band olandese. Il brano si apre con un accompagnamento di Alex Van Halen alla batteria e di Michael Anthony al basso, che poi successivamente lasceranno spazio all’imperversare di Eddie Van Halen con la sua chitarra, una Frankenstrat collegata ad un amplificatore valvolare Marshall 1959.

Moby Dick dei Led Zeppelin

A proposito di assoli di grandissimo valore, altra traccia che merita di essere considerata tra i migliori brani strumentali di tutti i tempi è Moby Dick dei Led Zeppelin, che spesso ha visto John Bonham protagonista dal vivo di un assolo di batteria di grandissimo valore, talvolta dalla durata di più di 7 minuti. Il brano in questione è tratto dal secondo album in studio della band britannica, Led Zeppelin II, e si ispira, naturalmente, all’omonimo romanzo di Herman Melville.

La canzone ha una durata di 4 minuti e 21 secondi e, secondo la concezione della band, è stata pensata per dare a John Bonham il libero arbitrio circa la realizzazione di uno splendido assolo di batteria, che raramente si può osservare all’interno della storia della musica ma che, nel caso specifico del batterista britannico, risulta essere un vero marchio di fabbrica del suo incredibile talento. Spicca, naturalmente, anche il riff basato sulla struttura di un blues in 12 misure suonato in power trio, da Page alla chitarra, Jones al basso e Bonham alla batteria.

Sparks di The Who

Altro tra i migliori brani strumentali di tutti i tempi è Sparks, dei Who, che inizia con quella che sembra essere un esplosione e che poi culmina nella collisione degli strumenti, che sanno collaborare perfettamente all’interno della struttura del brano. Chitarra, basso e batteria funzionano perfettamente all’interno di questa traccia strumentale, dove nessuno dei membri della band prende il sopravvento rispetto agli altri, rispetto a quanto accade nelle due precedenti tracce strumentali che abbiamo preso in considerazione. La canzone fa parte del celebre album Tommy, e sembra essere realizzata, per la sua potenza, da un’intera orchestra, quando in realtà è stata opera di tre artisti di grandissimo valore, che hanno saputo collaborare perfettamente nell’ottica della costruzione di questo brano.

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