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La storia della canzone che Adriano Celentano dedicò a Lucio Battisti

Adriano Celentano è senz’altro uno degli interpreti più talentuosi della canzone italiana. Nel corso di oltre mezzo secolo di carriera, ha dato forma ad una lunga serie di successi straordinari, iniziando dal rock and roll e proseguendo con la musica d’autore. Nel 1999, l’artista pubblicò il suo singolo L’arcobaleno, tratto dall’album di grande successo Io non so parlar d’amore. Il brano fu dedicato ad un suo illustre collega, l’indimenticato Lucio Battisti. Scopriamo i retroscena relativi a questa canzone scritta da Giulio Rapetti, da tutti conosciuto con lo pseudonimo di Mogol.

La leggenda metropolitana del sogno di Mogol

La canzone sarebbe nata in seguito ad una circostanza alquanto particolare. Infatti, Mogol sognò che gli sarebbe apparso in sogno proprio Battisti. Quest’ultimo indicò l’arcobaleno come punto di unione tra la civiltà umana e l’aldilà. Una medium, della quale si saprebbe persino il nome, Paola, contattò la segretaria del noto paroliere e le disse che avrebbe ricevuto una serie di contatti diretti proprio da Lucio.

In pratica, sarebbe stata proprio l’anima di Battisti ad indicare a Mogol di entrare in una libreria e comprare un determinato libro. Quindi, la medium si rese conto di una seconda visione successiva, con alcune frasi da inserire in un brano intitolato, per l’appunto, L’arcobaleno. Quindi, Rapetti sarebbe andato da Adriano Celentano, con il quale avrebbe scritto la canzone con la collaborazione di Gianni Bella per la parte musicale. Certo, si tratta di una leggenda metropolitana, ma è una storia a suo modo affascinante.

La dedica di Adriano Celentano e Mogol a Lucio Battisti

Ciò che è sicuro è che L’arcobaleno è un brano dedicato a Lucio Battisti. Su questo non sembrano esserci dubbi in merito, senza aspetti misteriosi da sottolineare e quant’altro. Il singolo pop si contraddistingue per un’atmosfera semplice, serena e rilassata. Ogni ascoltatore può così immergersi in una sorta di mondo parallelo, con frasi di autentica gentilezza nel solco di uno stile portato avanti da Mogol da diversi decenni.

Il riferimento al caro amico scomparso il 9 settembre del 1998 si nota fin dall’inizio del brano, grazie alla frase “Io son partito poi così d’improvviso che non ho avuto il tempo di salutare…”. Fin dai primi versi, dunque, si capisce l’omaggio fatto ad una persona molto apprezzata. D’altronde, l’amicizia tra Lucio BattistiMogol è andata ben oltre uno straordinario sodalizio artistico, durante per diversi anni e capace di produrre canzoni entrate di diritto nella storia della musica italiana.

Che cos’è l’arcobaleno dell’omonima canzone

La scelta di dare alla canzone il titolo L’arcobaleno nasce da un obiettivo ben preciso. Infatti, esso simboleggia affetto e amicizia, due sentimenti universali dal significato straordinario. Lo sottolinea anche la canzone interpretata da Adriano Celentano, che parla di un arcobaleno come il suo “messaggio d’amore”. Tutto il pezzo è impregnato da un’atmosfera delicata, sublime. E i colori dello spettro devono riuscire a “cancellare
il più avvilente e desolante squallore”
, riportando tutto ad un’atmosfera semplice e tutta da ricordare.

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