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Lucio Dalla, di cosa parla “Piazza Grande”?

Lucio Dalla è un cantautore e polistrumentista italiano, riconosciuto soprattutto per i suoi apporti in ambito di innovazione e sperimentazione. Ha collaborato con grandi artisti a livello nazionale e nella fase adulta della sua carriera si è rivelato anche un abile e bravissimo paroliere. L’avevamo già visto con 4 Marzo 1943 nel 1971 al Festival di Sanremo, un brano che l’ha tanto segnato a livello biografico – pur non essendolo – e lo rivedremo poco dopo nel 1972 di nuovo al Festival; ma questa volta con “Piazza Grande”. Qui il significato del brano “Piazza Grande” di Lucio Dalla.

Dov’è contenuta la traccia?

La si trova in formato 45 giri, pubblicato nel Febbraio del 1972. L’etichetta discografica che si occupò della pubblicazione fu la RCA e il singolo si intitola “Piazza Grande/Convento di pianura”. Per quanto riguarda “Convento di pianura” vediamo Lucio Dalla in collaborazione con Paola Pallottino, con cui ha collaborato anche per il brano “4 Marzo 1943“, prima citato. 

Il destino di “Piazza Grande” invece è nettamente diverso. Perché?

Il brano doveva – e voleva – essere assegnato a Gianni Morandi, ma Dalla resistette particolarmente bene alle pressioni, soprattutto quelle fatte dalla casa discografica, riuscendo a presentarsi al Festival. Piccola curiosità sul titolo del brano: ci furono delle dispute sull’attribuzione del titolo, ancora una volta tra Dalla e la casa discografica, che avrebbe preferito chiamarla “Canal Grande”.

Di cosa parla “Piazza Grande” di Lucio Dalla?

Di certo, è un pezzo molto commovente. Si ispira alla storia di un senzatetto, a cui è anche dedicata. Il testo è stato scritto da Gianfranco Baldazzi e Sergio Bardotti, e vediamo anche la collaborazione di Ron per la musica. Questo brano insieme a “4 Marzo 1943” segnerà la carriera di Dalla, diventando un classico del suo repertorio. 

Dove si trova Piazza Grande?

 

“Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è

Sulle panchine in Piazza Grande,

Ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n’è.”

Contrariamente a quanto si possa pensare -visto che l’ambientazione è quella bolognese- Piazza Grande non si riferisce a Piazza Maggiore, che rappresenterebbe la principale della città. La collocazione -forse, per forza di cose- è molto più intima, poiché si tratta di Piazza Cavour. Per molto tempo in tanti hanno creduto che si trattasse di Piazza Maggiore o quantomeno, è il primo collegamento che viene fatto. Invero, no. Nel testo si trovano riferimenti a delle panchine (per esempio) che non sono presenti in Piazza Cavour e non in quella Maggiore.

L’impianto profondamente umano

Scrivere una canzone come “Piazza Grande” e soprattutto cantarla davanti un pubblico grande e importante, comporta anche un certo “coraggio”. Parlare apertamente di un tema così sottile e delicato come la vita dei senzatetto si traduce infatti anche in una grande sensibilità. Una sensibilità che si riflette in toto tra quelle parole e quelle piccole grandi cose, che spesso ci sfuggono. A proposito il famosissimo verso: “a modo mio, avrei bisogno di carezze anch’io”.

Dal 1993 inoltre, “Piazza Grande” dà il nome all’associazione Amici di Piazza Grande onlus“, un’associazione che si occupa di aiutare chi non è in possesso di una dimora o, in generale, di persone indigenti. 

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