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5 album Rock di debutto che sono dei veri e propri flop

Esordire sulle scene non è mai un compito semplice, nemmeno per i migliori musicisti. Dopo una gavetta, lunga o breve che sia stata, trascorsa a suonare in piccoli club e durante eventi sporadici, l’idea di andare in studio e sviluppare, per la prima volta, un lavoro proprio, può spaventare davvero chiunque. Nonostante molti album di debutto, nella storia del Rock, si siano rivelati un successone, altri sono stati dei veri e propri flop sin dall’inizio. Alcuni dischi, negli anni, tendono ad essere rivalutati, mentre altri, finiscono nel dimenticatoio, spesso volutamente, per non macchiare il curriculum dei propri autori. In ogni caso, solitamente un album di debutto è un lavoro acerbo; un punto di partenza per un percorso tortuoso verso la vetta. In questa classifica, abbiamo raccolto alcuni album di debutto Rock rivelatisi un flop bello e buono.

Green Day – 39/Smooth

Nella storia del Punk, nessuna band come i Green Day si è mai ritrovata come protagonista di un rapporto di amore e odio tanto burrascoso con i propri fan. La band di Billie Joe Armstrong fa, ormai, parte dell’Olimpo del Rock, grazie a lavori simbolici come Dookie e American Idiot. Ai loro esordi, però, i tre californiani furono pesantemente bistrattati per la loro svolta Pop. Il loro primo lavoro, 39/Smooth, risente profondamente dell’immaturità dei membri del gruppo. Si tratta, in effetti, di un disco molto acerbo, nonostante la spiccata vena melodica di Armstrong fosse già chiara da allora. La pecca più grande del disco, comunque, sono le batterie di Al Sobrante, primo musicista dietro le pelli del gruppo prima di Tre Cool.

Whitesnake – Trouble

Pensare all’egemonia dell’Hair Metal sugli anni ’80 senza riconoscere la profondissima impronta dei Whitesnake nel genere, è praticamente impossibile. Eppure, il loro album di debutto fu uno dei più grandi flop nella storia del Rock. Si trattò di un disco raffazzonato e grossolano in cui, i membri della band, si concentrarono sulle proprie lacune al fine di colmarle, in modo da poter rendere, quello dei Whitesnake, un progetto importante.

Deep Purple – Shades Of Deep Purple

Quando i Deep Purple irruppero sulle ferventi scene inglesi, nessuno sapeva realmente cosa aspettarsi da loro. I membri del gruppo, al suo esordio, erano già degli affermati session-men, seppur giovani. Il loro primissimo lavoro, con una line-up ancora non ben definita che vedeva Nick Simper al basso e Rod Evans alla voce, intitolato Shades Of Deep Purple, fu il loro tentativo di incorporare le tendenze del momento con le loro straordinarie capacità. Il risultato non fu dei migliori e, sebbene la chitarra di Ritchie Blackmore portasse già una grande ventata di innovazione, ci fu immediatamente bisogno di un cambio di rotta. Quando i Deep Purple accolsero tra le loro file Roger Glover e Ian Gillan ai ruoli rispettivi di Simper ed Evans, le cose cambiarono.

The Rolling Stones – The Rolling Stones

I Rolling Stones sono una band storica che, sin dai suoi esordi statunitensi, è circondata da un’abbagliante aura di lustro. Ciò nonostante, il loro primo album omonimo risultò particolarmente stucchevole alla lunga, trattandosi di una raccolta di cover in stile Blues Rock pressoché ripetitiva. Comunque sia, non si trattò di un lavoro mal svolto; semplicemente The Rolling Stones non è capace di ricalcare l’identità artistica che ha reso immensa la band di Mick Jagger.

Pantera – Metal Magic

Negli anni ’90, i Pantera rappresentavano un’istituzione sul panorama Metal più aggressivo. La loro attitudine cruda ed il loro sound privo di compromessi, lasciò che milioni di persone si affezionassero alle loro produzioni, per quanto travolgenti fossero. I meno attenti credono che il loro disco d’esordio sia Cowboy From Hell, ma in realtà, i Pantera videro la luce con un album Glam Rock pessimo dalla copertina alle canzoni al suo interno, intitolato Metal Magic.

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