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Le più belle copertine degli album di Rock Progressivo italiano

L’Italia è un luogo intriso di straordinaria tradizione. Il patrimonio socioculturale della penisola nostrana è immenso e particolarmente ammirato all’estero. Questa consapevolezza, condivisa con orgoglio dalla stragrande maggioranza degli italiani, però, ha spesso portato gli artisti e l’industria musicale, in generale, ad ancorarsi ad aspre forme di conservatorismo tradizionalista.

Quasi evitando i processi globalizzanti che la musica ha affrontato negli anni d’oro di generi come il Rock e il Metal; l’Italia ha spesso teso a costruire una serie di tendenze differenti, sviluppatesi quasi esclusivamente nel territorio nostrano; salvo diverse eccezioni da parte dei musicisti più audaci e brillanti che, in un certo senso, hanno portato determinati generi in Italia. Non è possibile applicare lo stesso discorso per il Rock Progressivo che, nel Bel Paese, si è sviluppato in maniera impressionante anche sul piano internazionale; grazie ad alcuni dei più grandi gruppi di tutti i tempi. In questa classifica, abbiamo elencato alcune delle più belle copertine degli album di Rock Progressivo italiano mai pubblicate.

Metamorfosi – Inferno

Pubblicato nel 1973, Inferno, dei Metamorfosi è un album peculiare nella storia del Progressive Rock Italiano. Si tratta di un concept ispirato alla Divina Commedia di Dante, in cui atmosfere cupe e solenni, si mescolano con eleganza a sonorità roboanti e avanguardistiche. Il tutto, fa da sfondo ad una reinterpretazione in chiave moderna delle invettive del Sommo Poeta, rivolte questa volta ai mali della società. La cover del disco, straordinariamente suggestiva, mostra uomini stilizzati in pose riflessive su uno sfondo in tinta fredda che suscita profonde emozioni.

Alphataurus – Alphataurus

Formatisi a Milano nel 1970, gli Alphataurus proposero, inizialmente, un modello ispirato al Progressive inglese degli Emerson, Lake & Palmer, per poi raggiungere una maturità artistica tale da sviluppare un prorompente sound personale, sinfonico per quanto ruggente. Il playing degli Alphataurus raggiunse il picco espressivo con l’album omonimo del 1973, dalla copertina coloratissima in cui una colomba bianca, simbolo di pace, sgancia bombe dall’alto, attraverso una fenditura sul petto, mentre tiene in bocca un ramoscello d’ulivo. Un’immagine decisamente forte, resa ancor più evocativa dal controverso periodo storico in cui fu pubblicata.

Area – Crac!

Tra le copertine più belle degli album di Rock Progressivo italiano, occorre decisamente citare quella del terzo album degli Area, Crac!. La cover del disco, chiaramente d’ispirazione Pop Art, mostra in digressione cromatica un uovo rotto da un cucchiaino; posato su un apposito trespolo che reca il nome della band, mentre il titolo futurista dell’album spicca nella parte alta delle quattro illustrazioni. Il disegno raffigurato in copertina vuole essere un chiaro riferimento alle tematiche, di stampo politico, trattate all’interno di uno dei più grandi successi della band di Demetrio Stratos.

Locanda delle fate – Forse le lucciole non si amano più

Pubblicato nel 1977, Forse le lucciole non si amano più è un manifesto struggente del Progressive italiano. Un’istantanea scattata in un momento propizio da un gruppo di giovanissimi che racconta di ideali martoriati e sogni distrutti. Forse le lucciole non si amano più è un capolavoro di melancolia con una copertina, ancora una volta, solenne, caratterizzata da tinte fredde che vede una fata in primo piano che si dispera assumendo una posizione fetale al cospetto dell’oceano che mai era stato così gelido come in questa meravigliosa illustrazione.

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