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10 canzoni dei Linkin Park per aiutarti in un periodo buio

I Linkin Park sono un gruppo musicale tra i più originali in auge negli anni Novanta. Quando il 20 Luglio 2017 Chester Bennington si è tolto la vita, lo sgomento di fan e pubblico è stato tantissimo. Il motivo non è da ricercare unicamente nel fatto che, banalmente, perdere il proprio “idolo” ferisce, quanto nella natura dei testi e della personalità di Bennington. Un pensiero ha attraversato tutti coloro che hanno amato la musica dei Linkin Park: quanto ha aiutato in un brutti momenti in cui tutto sembrava perduto, proprio quella voce che la depressione si è portata via? Vogliamo ricordare Bennington con una classifica di 10 canzoni dei Linkin Park che possono aiutare in un brutto periodo. La chiamiamo classifica, ma non sono in ordine di preferenza, poiché sarebbe impossibile, e tante altre si sarebbero potute elencare.

Ascoltare i Linkin Park per guarire

Numb

Grande pezzo anche da un punto di vista musicale, Mike Shinoda ha spiegato a Shoutweb: “Penso che sia stato un bel modo di terminare l’album perché in qualche modo riassume il disco. È molto riconoscibile come il nostro sound. Suona come una canzone dei Linkin Park ma ha l’umore che ha Meteora se questo ha un senso.” Al di là della riconoscibilità musicale, Numb è un brano di una profondità infinita. Molti pensano che il testo parli di bullismo, in realtà si riferisce a un rapporto pressante con dei genitori di cui è impossibile soddisfare le aspettative. Una situazione in cui sicuramente molti adolescenti hanno saputo rivedersi, il ritornello sembra parlare per loro e per le loro frustrazioni.

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Crawling

Crawling è una canzone che, quando la ascolti, ti sembra di guarire. È uno degli esempi più calzanti in questa lista di cosa sono stati i Linkin Park con Chester Bennington. Emotivi, disperati, ma anche irrimediabilmente veri e forti. Nelle strofe Crawling dipinge una situazione di estrema fragilità, nel ritornello esplode con un’intensità incredibile gridando al mondo quanto sia difficile a volte. Mike Shinoda ha dichiarato che il testo è soprattutto merito di Chester Bennington e che all’inizio la famosa frase del ritornello doveva essere Fear Is powerful, fu il produttore a fraintendere con Fear Is How I Fall, sicuramente uno dei versi più famosi dei Linkin Park.

Shadow of the day

A volte le soluzioni non sono così semplici, a volte dirsi addio è l’unica soluzione. Così recita Shadow of the day, frase che le è valsa la definizione di canzone di un addio o della fine di una storia d’amore. Tale impressione è limitante, c’è molto di più in questo testo. La canzone ci aiuta a lasciar andare qualcosa e ricercare la forza perfino negli aspetti negativi. Prova ne sia un tramonto che tramonta per te, un grigio che ti abbraccia, una malinconia che ti avvolge ma che ti dà una casa, una sicurezza. Da questo brano possiamo evidenziare un pregio della band: nei loro testi non si trova mai la retorica della speranza sempre e comunque, quella spicciola che ti dice “Ma sì, ce la farai”, poiché i loro testi racconta a volte anche la verità della difficoltà oggettiva della vita.

In the end

Ed ecco che In the end ci dice che abbiamo provato tantissimo, ma alla fine non ha importanza. Cosa significa? Questa canzone con un’intro iconica è una riflessione intensa e profonda sul tempo che scorre e sulla fiducia che diamo agli altri. La contrapposizione fra la parte rap e la melodia del ritornello creano un equilibrio non solo musicale, ma proprio di sensazioni per l’ascoltatore.

Iridescent

Meno famosa tra quelle finora elencate, Iridescent non possiede la solita grinta penetrante e perforante dei Linkin Park, ma questo non è un difetto. Infatti, nella sua calma e semplicità il testo di questa canzone regala un importante insegnamento: a volte bisogna lasciare andare la frustrazione e ricercare nella speranza un motivo per andare avanti. Probabilmente è uno dei brani più malinconici e intimistici della band.

Do you feel cold and lost in desperation?

You build up hope, but failure’s all you’ve known

Remember all the sadness and frustration

And let it go, let it go.

Easier to run

È considerato uno dei testi più intimi e autobiografici di Chester Bennington. Easier to run racconta di quanto sia più facile scappare via dal dolore poiché è troppo difficile affrontarlo. È un dipinto oscuro di solitudine e ricordi negativi che avvolgono l’animo di chi racconta. Facilissimo rivedersi e sentirsi compresi da un brano incredibilmente vero. Sembra che Bennington non amasse eseguirlo live poiché era troppo intimo per lui.

Papercut

Papercut apre il disco Hybrid Theory e sicuramente ben presenta un album intriso di sensazioni profonde e analisi meticolosa della psiche umana. Era una delle preferite di Bennington in quanto tratta di ansia e paranoie, purtroppo caratterizzanti della psicologia del cantante scomparso per propria mano. Mostra tutto il disagio di una mente turbata che non può scappare da se stessa. Durante i concerti il cantante era solito modificare la frase che dice “qualcosa qui dentro non va bene oggi” omettendo quel “qui” e dicendo “qualcosa dentro non va bene oggi“.

The Messenger

Rimaniamo sul piano dell’interiorità e della fuga. Come in Easier to run, anche qui ci si riferisce al desiderio di scappare. Le canzoni dei Linkin Park a volte si chiudono nel loro profondo disagio, e sembrano mostrare unicamente uno sfogo. A volte, suggeriscono anche come fuggire dal dolore, non scappando, bensì affrontando tutto. Ricorda che sei amato e che lo sarai sempre. Chissà quante volte lo stesso Bennington si è ripetuto queste parole per cercare di andare avanti.

Leave out all the rest

Brano considerato il testamento involontario di Bennington, racconta di una persona che sta per morire e che chiede ai suoi cari di non dimenticare tutto il bello che c’era di lui nel mondo, tutto il bene che ha fatto. Raccomanda di lasciare indietro tutto il resto, quando la sua ora sarà giunta, tutti gli sbagli, e ricordare solo il buono. Lo vorremmo tutti, no? Sicuramente in un momento di malattia o di fragilità questa canzone può aiutare l’ascoltatore con il suo messaggio di legame e di ricerca dell’altro.

From the inside

Sto provando a non spezzarmi, ma sono così stanco di questo inganno, dice la canzone. L’analisi dell’interiorità qui è letterale, è proprio da dentro che parte un dolore e una solitudine impossibili da sconfiggere. Ma in questa rabbia e in questo sfogo risiede anche la forza di una resistenza e di una ribellione a ciò che non va dentro sé e nel mondo. Un messaggio che, dalla voce di Bennington e dalla musica della sua band, possiamo e dobbiamo trarre.

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