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Slash racconta: “cosa penso delle etichette discografiche? Ormai non danno nessun vantaggio!”

Slash, famoso chitarrista, riconosciuto per aver militato nei Guns N’ Roses quando era solo un ragazzo, ha continuato la sua carriera anche al di fuori del gruppo, soprattutto dopo il suo allontanamento, avvenuto durante la metà degli anni Novanta per motivi interni, legati al rapporto tra i membri. Da poco lo abbiamo visto protagonista, insieme ad altri musicisti, di un nuovo album. Oggi, però, vedremo cosa pensa Slash sulle etichette e sul lavorare sotto un’etichetta.

Un nuovo album: “4”

Come già ricordato prima, Slash ha da poco pubblicato un album molto particolare, che lo ha visto collaborare con altri musicisti, Myles Kennedy & The Conspirators. Un risultato più che apprezzato, visto che, nonostante tutto, sembra non aver perso la carica e la grinta che da sempre lo hanno contraddistinto. Travis Lausch di UG ha infatti scritto: “Senza reinventare, Slash è comunque riuscito a pubblicare una lettera d’amore per i grandi e audaci dischi rock degli anni ’70 e ’80 della sua giovinezza, pur continuando a sembrare autentici”.

Uno degli aspetti particolari di quest’album è stata la sua pubblicazione sotto Gibson Records, la nuovissima sussidiaria di Gibson.

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L’idea di Slash: pubblicare sotto etichetta?

Artisti e musicisti sono quasi sempre affiancati da un’etichetta, è per molti una prassi. Slash, però, questa volta non si dice molto contento di associarsi a una di queste:

“A dire la verità, amico, non sono stato con un’etichetta da quando Velvet Revolver era con la RCA nel 2008. Sono stato la mia etichetta, e poi userei diverse compagnie per la distribuzione. Quindi questa è la prima volta che sono stato legato a un’azienda che rappresenta un’etichetta. Ma è un tipo diverso… penso che sia un po’ più semplice, è più basata sulla musica di qualsiasi di queste grandi etichette aziendali là fuori.

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