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La canzone che Roger Waters scrisse come critica al mondo della musica

Roger Waters è uno dei musicisti e dei compositori più famosi in ambito musicale. Oltre ad aver letteralmente scritto un pezzo di storia musicale sia in collaborazione con i Pink Floyd, sia grazie alle sue produzioni, è ricordato anche per i suoi testi per le sue idee e ideali. Scrisse infatti una canzone molto particolare, che lo vedeva direttamente in contrapposizione al mondo della musica, a qui lancia una critica. Oggi vediamo quale canzone Roger Waters scrisse come critica al mondo della musica.

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Grato di essere nato negli anni Quaranta

in un’intervista rilasciata qualche anno fa Roger Waters si dichiara addirittura contento di essere nato negli anni 40 e non negli anni 80. questa semplice dichiarazione è in verità, spunto di riflessione. Pur avendo avuto sempre qualcosa da dire nei confronti dell’industria musicale, Roger Waters sente che con il passare del tempo e dunque degli anni, questa si sia trasformata sempre di più, arrivando ad una connotazione ancora più negativa della precedente. Proprio per questo dirà:

“Mi sento enormemente privilegiato di essere nato nel 1943 e non nel 1983”, ha spiegato nel 2015 al Times. “Essere in giro quando c’era un business musicale e quando l’acquisizione da parte della Silicon Valley non era avvenuta… potevi ancora guadagnarti da vivere scrivendo e registrando canzoni e suonandole alle persone”.

Roger Waters contro l’industria musicale

A questo punto cerchiamo di capire qual è la canzone che ci interessa. Innanzitutto si tratta di un lavoro composto durante il periodo Pink Floyd, sebbene non fosse in un panorama di “nicchia” come lo è adesso, grazie alla sua sfera ora molto più privata. “Have A Cigar” è la canzone interessata. La traccia è stata scritta dal punto di vista di un dirigente di un’etichetta alimentato esclusivamente dall’avidità. Bisogna precisare anche, nonostante sia più che risaputo, che i Pink Floyd hanno avuto un successo strabiliante. Questo ha portato a un enorme riconoscimento dei loro lavori, come accaduto per The Dark Side of the Moon, da molti giudicato uno dei loro migliori lavori. È da questo momento in poi che Roger Water sviluppa una sorta di intolleranza nei confronti di chi dirige le etichette e, d’altronde, non ci si può meravigliare.


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