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Beatles: la storia della canzone che George Harrison scrisse il giorno in cui lasciò la band

Gli amanti dei Beatles e i conoscitori della formazione britannica stanno benissimo che gli ultimi anni della formazione sono stati incredibilmente difficili, per tutti quei litigi e quelle difficoltà personali che rendevano impossibile qualsiasi opportunità di collaborazione o registrazione. Se le difficoltà si osservavano in tutti i punti di vista che volessero essere presi in considerazione, di sicuro chi soffriva maggiormente per i guai personali che esistevano all’interno dei Beatles erano i due ritenuti inferiori, George Harrison e Ringo Starr. A proposito del primo, che ha dato un grandissimo contributo alla formazione, seppur in tante occasioni non riconosciuto, ha realizzato una canzone nel giorno stesso in cui ha lasciato temporaneamente la band. Vogliamo parlarvi di Wah Wah di George Harrison e della sua storia di incredibile valore.

La storia di Wah Wah di George Harrison

Come in diverse occasioni abbiamo dimostrato anche attraverso i nostri articoli, George Harrison era sicuramente insofferente al trattamento che gli era riservato all’interno dei Beatles. Lo stato di inferiorità a cui era stato sottoposto nel corso degli anni si rifletteva sia da parte di Paul McCartney, che criticava il suo modo di suonare la chitarra, sia da parte di John Lennon, che aveva poco interesse nel valutare le sue prestazioni artistiche e che lo definiva un cattivo compositore. A questa situazione di già effettiva difficoltà, si aggiunse anche la figura di Yoko Ono, che divenne sempre più preponderante nell’ambito della formazione e che rovinò ancor più i già labili equilibri che sussistevano all’interno dei Beatles.

Per questo motivo, anche se improvvisamente, George Harrison decise di abbandonare, seppur temporaneamente, la formazione realizzando un brano nel giorno stesso in cui ciò accadde. Per quanto si tratti di un brano incredibilmente frettoloso e realizzato attraverso quelle che lo stesso artista britannico ha definito comeregistrazioni sovraprodotte e complesse, Wah Wah di George Harrison rappresenta una grande testimonianza del momento storico che i Beatles hanno vissuto, oltre che una dichiarazione di grande valore che rispetta quella libertà artistica e concettuale che il cantautore, polistrumentista compositore e discografico britannico non ha mai visto riconosciute all’interno della Formazione. Wah Wah, tra l’altro, si basa su un grande lavoro di produzione dettato dall’opera di Phil Spector e dalla collaborazione con Eric Clapton, Ringo Starr, Billy Preston, Bobby Keys e Badfinger.

Il significato del brano scritto da George Harrison nel giorno del suo abbandono

A questo punto, avendo considerato parzialmente la storia di Wah Wah di George Harrison, vogliamo prendere in considerazione anche il messaggio e il significato del brano, riconosciuto come uno dei lavori più importanti dal punto di vista artistico e compositivo del britannico, e inserito nell’album All Things Must Pass, terzo album in studio da solista di George Harrison pubblicato nel 1970. Nella sua autobiografia George Harrison ha spiegato come il titolo della canzone sia dato da un gioco di parole, che fa riferimento sia all’omonimo pedale, sia una metafora per indicare il mal di testa.

Attraverso questo titolo, in altre parole, George Harrison avrebbe voluto dichiarare quanto soffrisse di mal di testa all’interno della formazione, per i troppi è troppo complessi dissidi che avvenivano in sede di registrazione o di composizione. Secondo alcuni critici, ancora, Wah Wah starebbe a significare quell’insieme di arroganze, artifizi e pretenziosità che riguardavano la formazione britannica. La storia ha dimostrato che, nonostante il temporaneo abbandono, George Harrison fece ritorno nei Beatles, dopo che una mattina John Lennon e Yoko Ono andarono a trovarlo e furono in grado di reinserirlo Nella formazione. Tuttavia si tratta di un qualcosa di molto temporaneo, dal momento che le fratture erano insanabili e che, allo stesso tempo, l’atteggiamento della Formazione non era del tutto cambiato.

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