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Bob Marley, la terribile storia del suo tentato omicidio

Bob Marley è stato uno dei massimi rappresentanti della cultura afro-americana. L’esponente della musica reggae più famoso di ogni epoca ha tratto ispirazione da ska e rockstready, dando vita ad un genere musicale tutto suo, dal ritmo trascinante e dai contenuti profondi. Vi raccontiamo di quando l’artista giamaicano rischiò la vita a causa di un evento davvero terribile.

Gli inizi di una carriera leggendaria

Dopo aver iniziato la sua carriera musica nel 1963 insieme alla band dei The WailersBob Marley diventò famoso a livello mondiale grazie al singolo One Love / People Get Ready. Il pezzo fu inserito nel primo album del complesso, The Wailing Wailers, e ottenne un successo straordinario in tutto il globo. La sua carriera è stata sempre all’insegna del buon umore e delle grandi soddisfazioni. L’unica vera eccezione risale a ciò che fece seguito all’evento del 3 dicembre del 1976, nel quale lui e sua moglie furono ad un passo dalla morte.

Il terribile attentato contro Bob Marley

Nella mattinata di quello sciagurato 3 dicembre, Marley era nel suo classico rifugio di Hope Road 56. Si stava preparando ad un nuovo concerto insieme al suo team, presso lo studio Tuff Gond. Bob stava suonando I Shot The Sheriff, quando due vetture di marca Datsun e di colore bianco attraversarono i cancelli della tenuta. Sette uomini armati di pistole spararono alla moglie del cantante, Rita, colpendola nei pressi dei capelli. Il manager Don Taylor fu colpito ad una gamba, la dipendente della band Louise Griffin alla schiena. Bob Marley se la cavò con piccole ferite ad un braccio e al petto. Il fatto avvenne mentre Rita stava uscendo di casa a bordo della sua Volkswagen e stava attendendo che un’altra vettura entrasse nella struttura.

Un tentativo di omicidio non finito a buon fine

“Mentre gli uomini armati erano entrati nella struttura, Bob era uscito per andare in cucina a prendere un pompelmo, o qualcosa di simile”, lo affermò il testimone oculare Tyrone Downie, tastierista della band dell’artista. “Una mano entrò dalla porta e iniziò a sparare con una pistola calibro 38”. Un vero trauma per Marley e per tutti gli altri presenti. Tuttavia, gli uomini armati scapparono dalla scena dopo aver sparato al cantautore e non fecero alcuna vittima. Secondo quanto riportato da Face2Face Africa“il proiettile che colpì Marley gli scivolò via dal petto e si spostò verso il braccio, mentre la moglie Rita sopravvisse sebbene colpita alla testa”. Le persone coinvolte furono condotte presso l’ospedale universitario e curate in maniera tempestiva.

Il contesto nel quale avvenne l’attentato

Dietro all’attentato per l’uccisione di Bob Marley, c’era una storia davvero molto complicata. Nel 1976, la Giamaica era alle prese con elezioni molto importanti, al limite della guerra civile. Protagonisti erano il Partito laburista e quello nazionale del popolo, il primo sostenuto dalla CIA e il secondo da Cuba e Russia. Entrambe le parti in causa avevano cercato il sostegno di Marley, che però aveva scelto di restare neutrale. Il Paese era in un momento di crisi assoluta e Bob aveva intenzione di realizzare un concerto di beneficenza, secondo quanto confermato anche dallo scrittore Stephen Davis. Il cantautore si arrabbiò per lo spostamento delle elezioni, che resero il suo spettacolo una manifestazione governativa senza che lui lo volesse. La vita dell’artista giamaicano era ormai a rischio.

La crisi di Marley dopo un evento così traumatico

Dopo il tentato omicidioBob Marley scelse di andarsene in Inghilterra. Sarebbe rimasto lì per poco più di due anni. In base ai dettagli forniti dall’archivista Roger Steffens, il cantautore era depresso perché aveva aiutato le persone che erano venute a sparargli. “Non riusciva a capire il loro tradimento terribile. Fu un periodo deprimente per lui. Ad ogni modo, Bob era una persona misericordiosa. Durante un tour nel 1978, un ragazzo andò da lui e gli confessò che sarebbe stato uno dei possibili attentatori, ma che era assente quella sera. Marley gli diede un lavoro durante il tour e lo perdonò”. Anche da particolari del genere si nota quanto Bob Marley fosse una persona davvero speciale.

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