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Le 5 canzoni Rock più commoventi di sempre

Siamo abituati a concepire il Rock come un genere energico, travolgente e, per certi versi, dissoluto. Negli anni gli stereotipi creatisi attorno a questo tipo di musica però, sono andati sempre più scemando. Lasciando spazio alla dedizione e all’eclettismo con cui decine di musicisti hanno saputo concedergli nuovo lustro. La musica innesca da sempre emozioni e sentimenti contrastanti, è facile rimanere coinvolti nel ritmo incalzante di un brano euforico e frizzante.

Al contempo possiamo rimanere fortemente stupiti da come un gruppo Rock possa commuoverci attraverso ballate struggenti e cariche d’emozioni. L’apporto emotivo che certe canzoni hanno sui nostri momenti è stupefacente. Commuoversi è la chiave per capire il nostro rapporto con la musica in generale o con un artista in senso stretto. Ecco alcune canzoni Rock molto famose sulle quali riflettere e, magari, espiare qualche lacrima di felicità o nostalgia.

5) Nirvana – Something in the way

Aberdeen, piccola località a più o meno due ore di auto da Seattle. Il giovane Kurt Cobain cresce tra le rovine fatiscenti di quella che, in pieno boom economico, è stata una cittadina avida di denaro, fagocitata dall’industria del legno fino all’arsura più aspra. Aberdeen è distrutta ai limiti dell’immaginabile, il tasso di suicidi aumenta esponenzialmente, trovare sostanze stupefacenti è ormai all’ordine del giorno. La povertà dilaga mentre le condizioni familiari in cui l’adolescente vive diventano altrettanto disastrose. La separazione dei genitori, l’altalenanza con cui Kurt viene affidato ai parenti diviene ormai la sua unica costante.

Egli decide, per cui, di vivere da senza tetto, lontano dai dissidi e dalle vicissitudini che hanno inviso irrimediabilmente la sua famiglia, distruggendo il suo animo fragile ed estremamente vulnerabile. Cobain trova rifugio a poche centinaia di metri da casa sua, sotto lo “Young Street Bridge”, un ponte che attraversa il fiume Wishkah da cui, il giovane, trarrà una fonte di sostentamento ampiamente discutibile. In questo contesto catastrofico, Kurt trova la forza per scrivere quelli che poi diventeranno alcuni tra i più grandi successi dei Nirvana. Something in the way è un brano crudo e mirato che spiega, attraverso allegorie dirette e, per certi versi, disturbanti, l’ipocrisia degli esseri umani e, in particolare, di come egli si senta rispetto ai rapporti con altri individui. Indifeso, distrutto e sconvolto, contro una realtà intrisa di perfidia egoistica.

4) Linkin Park – One More Light

“A chi importa se un’altra luce si spegne, in un cielo di un milione di stelle?”. I Linkin Park sono stati la colonna sonora di due generazioni, continueranno ad esserlo. Continueranno a far sperare, sognare e sfogare milioni di giovani. Ascoltare One More Light oggi, consapevoli della tragedia, ancora reduci da un lutto inimmaginabile è un colpo al cuore.

Pronunciare le parole del testo, assimilarle e catalizzarle nella propria esperienza personale è un atto di grande emotività. One More Light è una richiesta d’aiuto disperata che si contrappone a tutto ciò che il gruppo è stato nel corso della sua carriera. È il flebile grido di chi è stremato, distrutto da una vita incapace di calmare. L’ultima velleitaria elemosina verso un pubblico inerte di fronte ad una perdita ingiusta, immane quanto inaspettata.

3) Evanescence – My Immortal

I ricordi creano legami indissolubili col passato di cui siamo stati protagonisti. Esperienze di vita positive o negative, ma in ogni caso, formative che non torneranno. Circostanze alle quali sarà impossibile rimediare e di cui porteremo per sempre le ferite.

My Immortal è la manifestazione della memoria indelebile, di tutto ciò che è stato e che sempre sarà nella nostra mente. La rappresentazione espiatoria di un fantasma che stenta a scomparire. L’etero auspicio che la luce possa ritornare, abbagliante, sui nuovi momenti della propria esistenza.

2) Slipknot – Snuff

“Seppellisci tutti i tuoi segreti nella mia pelle, va via con innocenza e lasciami coi miei peccati”. Tormentato, drammatico e dannatamente introspettivo, Corey Taylor sente la penna intaccare il foglio come un pugnale dietro le spalle ed è ciò che lascia trasparire nell’interpretazione distruttiva e cocente con cui da voce ai versi della canzone. Snuff rappresenta il mezzo attraverso il quale, Taylor, ha potuto salvarsi dal tradimento di una persona a cui ha dato tanto, pensando di ritrovarla in un momento particolarmente buio. Nel corso della nostra vita, incontreremo molte persone che, con l’andar del tempo, si riveleranno demoni del passato. Conoscenze il più delle volte significative e madide di passioni. Può capitare più spesso di quanto pensiamo di cedere i propri aspetti più intimi e reconditi a chi, in realtà, vuole solo salvare sé stesso attraverso l’idea di noi. I porti sicuri esistono, ma in certe circostanze, il dolore è talmente forte da spegnere la scintilla, uccidere la speranza ed incupire il cuore.

1) Eric Clapton – Tears in Heaven

Come detto, il dolore per la perdita di una persona amata è un processo inconcepibile, pietrificante ed indelebile. Affrontarlo comporta shock, depressione e un carico emotivo insormontabile. In Tears in Heaven traspaiono i sorrisi mancati, le passeggiate rimpiante, l’armonia che stentava a crearsi ed un’instabilità irrimediabile. Eric Clapton ha impiegato anni per metabolizzare il lutto, amava suo figlio Conor e nessun genitore potrebbe mai lontanamente immaginare di sopravvivere alla prole. Il brano rappresenta l’espiazione del rimorso del chitarrista, tutto ciò che sarebbe potuto, ma non è stato. È la pace dopo il conflitto, la quiete delle acque dopo una tempesta di lancinante nefandezza.

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