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I cinque peggiori album Rock degli anni ’90

Gli anni ’90 si sono caratterizzati, nell’universo della musica, come un periodo storico di grande fermento. Quanto accaduto negli anni ’90 è diventato oggetto di accesi dibattiti tra gli appassionati e gli addetti ai lavori, tutt’oggi alla ribalta. Si tratta di un momento in cui, le scene musicali, subirono cambiamenti profondissimi. I paradigmi tecnici e compositivi degli artisti e delle band di maggior spicco in quegli anni, mutarono notevolmente, mentre gli interessi del grande pubblico cominciavano a dividersi in maniera abbastanza pericolosa.

Se per molti, gli anni ’90 hanno caratterizzato, soprattutto nel mondo del Rock, un periodo di rivoluzione sonica straordinariamente positiva. L’affermazione egemonica del Grunge che spodestò gli imperversanti fenomeni mercificati del Glam e dell’Hair Metal del decennio precedente, ne sono un esempio lampante; per tanti altri osservatori del panorama, gli anni ’90 si presentarono come l’apoteosi più deplorevole della capitalizzazione del mondo musicale. L’avvento delle piattaforme televisive, sempre più importanti per la promozione dei singoli degli artisti e di nuovi generi che risentivano delle inflessioni delle tendenze più diffuse tra i giovani, come il Nu Metal, divennero per molti un elemento demonizzante di quel periodo storico.

In ogni caso, in questa classifica, abbiamo deciso di presentare la nostra riflessione sugli anni ’90, proponendo una sorta di antitesi proiettata su alcuni di quelli che, secondo noi, sono i peggiori album Rock mai pubblicati in quel contesto. I dischi presentati sono opera di grandi nomi della musica contemporanea che, probabilmente, vissero quel periodo con particolare instabilità.

5) Kiss – Carnival Of Souls: The Final Sessions

I Kiss costruirono il loro impero e dominarono le scene Hard Rock attraverso sonorità che, seppur esenti da sperimentalismi estremi, risultavano particolarmente evocative e coinvolgenti sin dal primo ascolto. La peculiarità dei Kiss fu, per lungo tempo, la stabilità del loro stile musicale, in grado di mettere d’accordo anche gli ascoltatori più esigenti per quanto orecchiabile. Nel 1997, però, i Kiss decisero di esplorare le sfaccettature di cui si componeva il genere maggiormente alla ribalta in quel periodo storico, il Grunge. Il risultato fu uno degli album Rock peggiori degli anni ’90 e, un fallimento assoluto in termini di vendite. Il disco appare come il disperato tentativo di una band sorpassata di adeguarsi alle tendenze stilistiche del momento per ritornare in auge.

4) U2 – Zooropa

Furono gli stessi U2 a declassare Zooropa a disco di second’ordine, definendolo un lavoro pressoché mediocre. L’album ottenne, in realtà, un discreto consenso all’uscita, esplodendo in termini di vendite sul mercato internazionale. La conquista della vetta per Zooropa, però, ebbe vita breve a causa della profondissima differenza stilistica che lo discostava dai lavori precedenti della band. Zooropa vide alla produzione un grande nome della musica, il leggendario Brian Eno. Ciò nonostante, i brani presenti nel disco trovarono pochissimo spazio nelle scalette dei concerti degli U2 e nelle varie raccolte pubblicate negli anni successivi.

3) Creed – Human Clay

Nel corso degli anni, la cattiva reputazione dei Creed non ha fatto altro che estendersi. Nonostante la band abbia distrutto le classifiche mainstream internazionali negli anni ’90, in molti attribuivano il loro successo ad un sound stucchevole che scimmiottava le falcate eroiche dei grandi del Grunge come il compianto Kurt Cobain ed il leggendario Eddie Vedder. Con Human Clay, l’astio che l’intero panorama provava per i Creed non fece che amplificarsi.

Se il playing del gruppo rappresentava quasi un problema per quanto irritante per la maggior parte degli appassionati di Grunge della vecchia guardia, le tematiche trattate nei testi che, talvolta, strizzavano l’occhio al Christian Rock, non facevano altro che aumentare l’astio. Human Clay sembrò essere la summa di tutto ciò che aveva caratterizzato gli anni ’90 nel Rock. Venne, quindi, percepito come un disco composto da stereotipi che non rendevano giustizia alla grande opera di ricongiungimento con gli ideali del Rock compiuta dal Grunge nei primi anni.

2) Van Halen – Van Halen III

Era il 1998 quando i Van Halen, orfani di Sammy Hagar, decisero di rialzarsi dalle ceneri, provando a riprendersi con un nuovo cantante. La figura di Gary Cherone, frontman degli Extreme, gli parve, quindi, provvidenziale. I Van Halen entrarono in studio per incidere quello che sarebbe stato il loro unico disco con Cherone alla voce. L’album, però, non venne per niente apprezzato dai milioni di fan della band in tutto il mondo che non riuscirono ad adeguarsi al cambio di line-up, reputando la voce di Cherone fuori luogo rispetto al playing della band e, a causa dello sperimentalismo adottato dal gruppo nell’album. I fan percepirono il leggero cambio di rotta del gruppo come qualcosa che non gli si addiceva assolutamente.

1) Black Sabbath – Forbidden

I Black Sabbath pubblicarono il loro diciottesimo album, Forbidden, nel 1995. Nel corso degli anni, la band si è sempre dimostrata come una delle più resistenti. I Black Sabbath, infatti, riuscirono a superare periodi particolarmente critici causati dall’abbandono prima di Ozzy Osbourne e poi di Ronnie James Dio e, all’avanzata sempre più imperversante degli artisti Metal della nuova lena.

I Black Sabbath si affermarono con straordinaria coerenza in ogni periodo storico, mantenendo saldo il loro feroce stile musicale, con cui avevano scritto alcune delle pagine più importanti della storia del Rock. Forbidden, però, è uno degli album Rock peggiori degli anni ’90, essendo stato considerato dai fan come un errore madornale da parte di una band, considerata, fino ad allora, praticamente invulnerabile. L’insuccesso del disco si ripercosse sulle vendite, che furono disastrose. Le aspettative per il diciottesimo album dei Sabbath erano altissime, ma vennero ben presto disilluse.

 

 

 

 

 

 

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